Il data Journalism è una forma di giornalismo sempre più in evoluzione, e l’incontro del pomeriggio del 6 aprile all’Hotel Sangallo, è stato dedicato proprio a questa nuova forma di informazione. A intervenire sono stati quattro professionisti del settore, che si sono succeduti raccontando le loro esperienze dirette: Caelainn Barr del The Guardian, Mar Cabra dell’International Consortium of Investigative Journalists, Daniele Grasso de El Confidencial e Paula Guisado de El Mundo.
Tra gli strumenti del data journalism c'è l'uso dei fogli di calcolo per analizzare le informazioni, la ricostruzione di un fatto attraverso i documenti, la realizzazione dei sondaggi e anche la creazione di mappe per mostrare i risultati ottenuti. Ma soprattutto è strettamente legato all’uso di internet e delle banche dati, grazie al fenomeno dell'Open data.
Questo particolare tipo di giornalismo non si dedica solo alla raccolta dati, ma è anche analisi degli stessi e indagine. I vari data team lavorano in modi differenti tra loro, e sempre più redazioni europee richiedono una quantità maggiore di dati, in quanto divenuti una parte fondamentale del reporting investigativo. Così il lavoro dei reporter diventa strettamente legato a quello dei data journalist.
Paula Guisado ha spiegato come i dati siano utili per costruire e realizzare una storia, e come sia necessario incanalarli al meglio, affinché siano usati dall’unità investigativa. Caelainn Barr ha invece mostrato come i dati abbiano aiutato i giornalisti del The Guardian nelle loro inchieste.
I date journalist hanno imparato come codificare i dati, tant’è che questo tipo di giornalismo, per la sua versatilità e il supporto dato all’investigative journalism, può essere considerato come il giornalismo del futuro.
Federica Bonetti