Disinformazione e propaganda: il ruolo (sottovalutato) della TV

“Nonostante la profonda trasformazione dell’ecosistema mediatico - afferma Nando Pagnoncelli presidente di IPSOS Italia-, delle abitudini e delle fruizioni dei mezzi di informazione dei cittadini, la televisione mantiene una sua granitica centralità.”
In sala delle Colonne a Palazzo Graziani insieme al presidente italiano di IPSOS hanno relazionato Giovanni Boccia Artieri, docente all’università di Urbino, e Sara Bentivegna insegnante all'Università La Sapienza di Roma per discutere del ruolo che ha la Televisione nella formazione delle opinioni dei cittadini e di come i social network impattano sulla comunicazione politica ed elettorale.
L’ecosistema mediatico si è arricchito esponenzialmente e i cittadini sono sottoposti ad una pluralità di stimoli informativi. Questo ha comportato una variazione significativa nella fruizione dei media degli italiani. La Televisione non è morta, ma mantiene un 92% di fruitori (secondo una ricerca del Censis) grazie anche alla profonda evoluzione dovuta all’avvento del satellitare, del digitale, della televisione via internet e della mobile Tv (consultata dal 22% della popolazione). Mentre, negli ultimi dieci anni si è registrata una regressione della stampa quotidiana, dal 67% al 32%, che ha riguardato anche la Free Press (utilizzata soltanto dal 9%) a dispetto del tempo in cui un tempo sembrava minacciare il primato della stampa a pagamento. Di contro si registra una crescita di Internet dal 45% al 75%.
Secondo un’analisi di IPSOS, dal 2010, la fonte prevalente per informarsi e farsi un’opinione su temi di attualità e di politica è la Televisione (passa dal 33% al 37%), mentre è calato significativamente l’utilizzo del quotidiano come fonte di informazione. Anche i social vengono consultati per informarsi: un utente su tre utilizza Facebook, il 16% Twitter, il 13% Instagram.
“Uno dei paradossi nei social, una sorta di eterogenesi dei fini – sottolinea Pagnoncelli- è che sono il regno dell’omofilia”, ovvero, in teoria hanno un ruolo di confronto, in realtà stanno diventando il luogo dove le persone si confrontano con coloro che la pensano come loro. Altro paradosso (della rilevanza) dei social media è che online le notizie sono frutto di un’analisi degli algoritmi e dunque sono personalizzate su base comportamentale e questo determina la perdita di vista della loro oggettiva importanza.
“Le diverse fonti di informazione – conclude Pagnoncelli- interagiscono tra loro e la comunicazione politica, per essere efficace, deve tener conto di questi cambiamenti di abitudini dei cittadini, avere dimestichezza con i diversi mezzi di informazione e si deve essere consapevoli che i mezzi sono importanti ma è il contenuto del messaggio che deve essere decisivo.”

Brigida Raso - volontaria press office IJF19