Effetto Sky. L’impatto della paytv sull’economia italiana

Dalla sua nascita fino a 2010 Sky Italia ha eguagliato i ricavi televisivi di RAI e Mediaset, i due principali broadcaster italiani, con 2,7 miliardi. I ricavi provenienti da abbonamenti a offerte pay si sono quintuplicati rispetto all’anno di nascita di Sky.
L’impatto complessivo di Sky Italia nel periodo compreso tra il 2004 e il 2011 è stato stimato in 19,7 miliardi di euro a fronte di 9,2 miliardi di investimenti. 121 mila nuove posizioni lavorative sono state generate da Sky nel complesso dell’economia italiana. Gli ascolti della piattaforma risultano triplicati rispetto al 2003 a danno delle emittenti generaliste di RAI e Mediaset che tra il 2003 e il 2011 perdono in tutto 22 punti di share. Ecco i dati riferibili all’impatto che Sky Italia ha avuto sull’economia italiana.

Di questo si è discusso questa mattina al Centro Servizi Alessi nel corso della presentazione del volume Effetto Sky, uno studio dell’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli sull’evoluzione del settore televisivo italiano negli ultimi dieci anni. Ne ha parlato Flavia Barca della Fondazione Rosselli. Il primo volume della collana sul sistema dei media è il frutto di una serie di ragionamenti sui fattori di evoluzione del sistema. Affronta principalmente due temi, le industrie creative come elemento di sviluppo territoriale e gli investimenti esteri di cui si ragiona poco in Italia. In questo senso Sky dimostra quanto l’investimento estero possa portare valore nel nostro territorio.
“Sky ha basato la propria strategia sull’innovazione tecnologica, come importante strumento per differenziarsi dalla concorrenza, che diviene cruciale per consentire un accesso personalizzato e innovativo al prodotto e migliorare la modalità di visione – ha detto Flavia Barca – Ci siamo posti un problema, e cioè come misurare l’impatto immateriale. Abbiamo intervistato creativi italiani e abbiamo chiesto in che modo hanno guardato in questi anni il prodotto Sky”.

Alla tavola rotonda, mediata da Marco Mele, giornalista de Il Sole 24 Ore, sono intervenuti anche due studiosi della televisione Antonio Pilati e Paolo Mancini che hanno dato un giudizio sull’impatto che Sky ha avuto in questi anni e sull’evoluzione della piattaforma.

“Il successo di Sky è dovuto al fatto che è stato uno dei primi ad utilizzare la tecnologia digitale in campo televisivo – spiega Antonio Pilati – L’incrocio tra internet e la tv digitale sta modificando il modo in cui abbiamo conosciuto la televisione, che ormai è uno strumento del passato. Stanno evolvendo altre forme in cui il contatto tra contenuto e consumatore è diretto. Siamo di fronte ad una sfida per gli editori che devono reinventarsi e rendere più efficare il loro ruolo. La tv è destinata a diventare sempre più mista e ibrida e nel confronto competitivo avrà la meglio chi saprà produrre contenuti per permettere direttamente al consumatore di riceverli. L’ingresso di Sky ha dimostrato che il sistema televisivo italiano non era così chiuso come si pensava. E’ stato un anticipatore tecnologico e ha spinto i protagonisti del sistema televisivo a correre dietro all’innovazione tecnologica”.

Con l’avvento di Sky cambiano anche i linguaggi televisivi, cambia il modo di fare informazione e si è resa possibile una certa innovazione nei formati e nei contenuti.

“Sky rappresenta un caso di frammentazione dei mezzi di comunicazione di massa e di segmentazione del mercato – continua il sociologo Paolo Mancini – Le grandi reti perderanno audience perché aumenta a dismisura la possibilità di scelta. Certamente il caso Sky si caratterizza per una serie di aspetti positivi come la pluralità delle fonti di informazione e l’accresciuto potere di controllo su chi prende le decisioni ma è responsabile di una tendenza alla polarizzazione delle visioni e opinioni politiche”.

Irma Annaloro