GIORNALISMO SPORTIVO: SINGOLARE FEMMINILE?

Sabato 18 aprile, quarta giornata del Festival Internazionale di Giornalismo. Al Teatro della Sapienza si è svolto alle 17,30 il panel dal titolo “Giornalismo sportivo: singolare femminile?”. Ospiti sono state le quattro giornaliste sportive Rosanna Marani, Elisa Calcamuggi (Sky Sport 24), Nicoletta Grifoni (Rai Marche) e Simona Rolandi (Rai Sport). Ha condotto l'incontro il giornalista di Rai Molise Giorgio Matteoli. Attraverso il racconto da parte delle ospiti delle proprie vicende professionali, si è indagato il rapporto tra giornaliste donne e giornalismo sportivo, mettendone in luce l'evoluzione nel corso degli ultimi decenni e le difficoltà che ancora lo caratterizzano. Significativo a questo proposito un dato citato da Matteoli: secondo una recente ricerca condotta da MediaLab, gli ultimi due quotidiani di livello nazionale per presenza di giornaliste sono la Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport.
Rosanna Marani è stata la prima donna a scrivere per la Gazzetta dello Sport, nel 1973. Ricorda così il suo esordio sulle pagine del quotidiano rosa: «Il direttore di allora non ne voleva sapere di avere una giornalista donna. Ma io caparbiamente insistevo nel chiedergli una occasione per dimostrare quanto valessi. Dato che non demordevo, mi disse che avrei potuto scrivere per la Gazzetta se fossi riuscita a procurargli un'intervista di Gianni Rivera, che allora era in silenzio stampa da sei mesi».
Grazie alla sua determinazione e tenacia, riuscì ad ottenere una lunga intervista dal capitano del Milan, che venne pubblicata l'11 settembre 1973, una data a suo modo storica per il giornalismo sportivo femminile in Italia.
Anche gli inizi professionali di Nicoletta Grifoni non furono semplici; fu decisiva una serie di occasioni colte con coraggio al momento giusto, che le consentì di farsi notare da diversi responsabili di programmi sportivi radiofonici. Fu così che dalla radiocronaca di una semplice corsa podistica, riuscì a passare a quella della pallacanestro e quindi alle dirette del calcio. Per Grifoni il coraggio è un requisito indispensabile nella carriera di una giornalista sportiva: «Noi donne siamo più sensibili alle critiche, perché fin da piccole ci educano a essere brave in tutto e a cercare di evitare le critiche. Per questo molte donne, che pur avrebbero le capacità per fare telecronache sportive, si chiedono: “ma chi me lo fa fare? Al primo sbaglio, in quanto donna, verrei subito sommersa dalle critiche”». Simona Rolandi, volto televisivo di Rai Sport, ha confermato: «Nel calcio, la tolleranza nei confronti delle giornaliste donne è pari a zero. A un uomo vengono perdonati gli errori, a una donna no. Per questo per noi donne è ancora più importante studiare il mestiere ed essere preparate. Senza preparazione non possiamo andare da nessuna parte».
«I direttori e i redattori hanno una grossa responsabilità nei confronti di noi giornaliste» ha spiegato Elisa Calcamuggi. «Troppo spesso, quando veniamo messe alla prova, se qualcosa va storto il progetto viene subito cambiato e la giornalista viene sostituita dopo i primi errori. Invece bisogna dare fiducia alla persona, prima che alla giornalista, consentirle di crescere».

Daniele Conti