Giornalisti precari, una battaglia persa?

Oggi, nella Sala Perugino dell'Hotel Brufani, alle ore 9.30, Ciro Pellegrino di fanpage.it ha   presentato “Giornalisti precari, una battaglia persa?”.

Perugia, 01 maggio 2014
Ciro Pellerino, giornalista professionista, guida la redazione Cronaca di fanpage.it. L'incontro ha affrontato il tema dei giornalisti precari e freelance in Italia, discutendo le difficoltà dell'accesso alla professione. Tuttavia, sono state le testimonianze di Andrea Alba, di re:fusi e Giuseppe Manzo, direttore del quotidiano online Nel Paese a dare uno spaccato di questa realtà. Re:fusi è un'unione di collaboratori e freelance del Veneto che, grazie alla propria coesione, è riuscita a ottenere risultati in difesa dei giornalisti precari. La condizione veneta non è migliore delle altre ma è un esempio concreto di alleanza per raggiungere un obiettivo comune. Giuseppe Manzo, invece, ha spiegato che il modello veneto è difficilmente applicabile nei contesti campani e calabresi perché è necessario avere un sindacato efficiente.

Pellegrino – fanpage.it: “Questo è il terzo anno che affronto le tematiche dei giornalisti precari: un mestiere difficile, senza contratti fissi e con un futuro a tinte fosche. Il diritto al lavoro non solo dovrebbe essere egualmente garantito nel sistema dell'informazione ma anche degno di attenzione. Trovo ingiusto, infatti, dimenticare i colleghi che occupano le redazioni e che ormai non fanno più notizia. A differenza del contesto calabrese, in cui il precariato è ancora più stringente, in alcune regioni d'Italia si è riusciti a portare la questione all'attenzione anche di chi fruisce dell'informazione. Bisogna ricordare che il 90% delle notizie è disponibile grazie al lavoro dei colleghi precari e dei freelance. La questione, quindi, è che spesso dove finisce il diritto al lavoro e alla retribuzione inizia la manna per gli 'editori predoni'. Durante l'anticipo a Roma del Festival di quest'anno, sono stato colpito dalle parole del direttore del Guardian: se i giornalisti sono come le api e se il vero pericolo nascerà alla loro scomparsa, questa metafora in Italia non funziona. È l'alveare, infatti, a essere strutturato con regole insolite. Il titolo del panel di quest'anno è volutamente provocatorio: il sentire comune, infatti, ci dice che l'argomento è molto distante dall'attenzione pubblica e dal mondo stesso del giornalismo. Perugia è una vetrina importante ed è doveroso affrontare questi temi. Tuttavia, voglio cogliere l'occasione per approfondire la questione dell'equo compenso. La legge, nata un anno e mezzo fa, propone una cosa semplice a favore dell'etica del lavoro: sotto una certa soglia di retribuzione non esiste dignità per i giornalisti.  Purtroppo, però, alla legge manca l'attuazione pratica. Nei due governi precedenti ci sono state riunioni a riguardo ma con il mandato di Renzi cerchiamo di portare nuovamente la questione all'attenzione di Luca Lotti, sottosegretario all'Editoria perché bisogna pensare al giornalismo di domani ”.

Annalisa D'Ambrosio
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