Riuscire a ottimizzare i risultati di ricerca con Google è diventato fondamentale per il giornalismo. Il workshop tenuto da Elisabetta Tola alle 16,30 all’hotel Sangallo, si è occupato proprio di questo. Tola, giornalista, fa parte di Google News Lab. Questa recente divisione di Google supporta la produzione di contenuti digitali ed è formato da un team che si occupa di formare i giornalisti per favorire l’uso di quegli strumenti di Google, non nati specificamente ai fini dell’inchiesta, ma divenuti preziosissimi per essa.
Il giornalismo fa sempre più uso dei dati disponibili per raccontare i contenuti digitali, tanto che l’etichetta “data journalism” sta diventando quasi ridondante nel voler denominare un ramo talmente diffuso del giornalismo, da esserne ormai parte fondamentale. Il sito di Newslab è disponibile in parecchie lingue ed ha programmi in collaborazione con diverse agenzie e gruppi. Elisabetta Tola ha portato in esempio First draft, tool che serve a verificare la veridicità di un’informazione, Newswire, simile nelle funzioni a first draft e Witness media lab, programma che verifica il materiale generato dagli utenti, soprattutto in quei luoghi in cui non è facile arrivare: tutti strumenti che aiutano ad avere una maggiore tranquillità ed efficienza nel lavoro in rete.
Il workshop ha poi presentato una panoramica su altri strumenti utili all’ottimizzazione dei risultati di ricerca. L’Advance Search di Google è uno di questi. Sono state mostrate le differenze concrete tra i risultati ottenuti tramite l’uso di alcuni operatori specifici e combinati, senza affidarsi solamente alla ricerca generica nell’interfaccia. E’ stato poi citato Google Scholar, piattaforma interessante per chi si occupa di giornalismo specializzato, che consente infatti di navigare nella letteratura scientifico-accademica. Google Scholar permette inoltre di creare alert qualora vengano pubblicati contenuti di interesse specifico per il fruitore.
Altri strumenti importanti ai fini delle buona riuscita della ricerca di dati sono la ricerca per immagini, utile non solo a decodificare immagini sconosciute, ma necessaria soprattutto per verificare se un’immagine di nostro interesse sia comparsa in precedenza sul web: esempio di cattiva informazione è proprio il riutilizzo di immagini relative ad altri momenti storici per fare leva sull’emotività di chi le vede. Infine Elisabetta Tola ha focalizzato l’attenzione su Google Trends, strumento chiave per capire gli argomenti in voga in un preciso momento.
Giulia Ceccagno