Sala dei Notari, ore 16.30
Non essere pigri e cercare di capire sempre quello di cui si sta parlando, soprattutto se si tratta di tecnologia. Ecco il consiglio ai giornalisti di Harper Reed, Cto (Chief Technology Officer) della campagna elettorale “Obama for America”, che ha portato alla rielezione del presidente americano nel 2012. Reed, ingegnere-hacker 35enne del Colorado, ha parlato oggi al Festival del Giornalismo di Perugia nell’incontro “Harper Reed, Obama for America and the future of journalism”. Reed, intervistato da Guido Romeo, giornalista di Wired, ha raccontato la sua storia professionale e i passaggi che lo hanno portato a dirigere per 18 mesi l’ufficio tecnico della campagna elettorale democratica. L’obiettivo era scovare nuovi elettori e raccogliere fondi. «Abbiamo investito in una piattaforma chiamata narwhal che ci ha permesso di concentrarci sui prodotti: le telefonate, le applicazioni per cellulari e il lavoro dei volontari» ha spiegato Reed, che ha lavorato con un gruppo di 40 persone. Secondo Reed il successo della campagna si deve a due innovazioni: il team e i dati. «Abbiamo assunto uno staff tecnico dieci volte superiore a quello del 2008 – ha sottolineato – che ci ha permesso di andare avanti velocemente». Inoltre tramite sms ed email personalizzate sono stati raggiunti migliaia di possibili elettori di Obama. «Abbiamo deciso di chiamare le persone che ci avrebbero ascoltato e di non sprecare tempo con i repubblicani». Evidentemente l’efficacia della campagna di Reed è dipesa anche dalla figura del presidente. «Più importante della comunicazione sono stati i suoi valori, assunti da tutti coloro che collaboravano con lui». Tornando a parlare di giornalismo, Reed ha criticato la pigrizia di certi reporters, che «vogliono avere successo e crearsi contatti sulle pagine dei giornali». Secondo l’esperto di comunicazione, oggi le vere notizie si trovano sulla rete, su twitter e youtube e non sui giornali di carta.
Ludovica Scaletti