Le nuove tecnologie informatiche, l’uso di droni per azioni militari mirate e la nuova frontiera dello spionaggio informatico sono temi diventati sempre più rilevanti e che fanno riflettere sulla possibilità che possano rappresentare una minaccia reale per la sicurezza nazionale. A questa domanda cruciale ha cercato di rispondere l’avvocato Stefano Mele dello Studio Legale Associato Carnelutti e consulente di diritto delle tecnologie e privacy. L’incontro organizzato in collaborazione con le Cattedre di Informatica Giuridica e Informatica Giuridica Avanzata dell’Università degli Studi di Milano si è concentrato sul tema dell’Information Warfare ovvero la guerra dell’informazione considerata dall’avvocato Mele una minaccia più che reale se si considera l’incremento esponenziale degli attacchi informatici (milioni ogni giorno), la moltiplicazione degli attori in campo (semplici criminali che agiscono per scopi economici cui si aggiungono gruppi terroristici, agenzie di intelligence e gli stessi governi) e infine l’innalzamento della qualità degli attacchi e degli obiettivi che sono sempre più spesso sistemi che regolano informazioni sensibili. Molteplici sono anche i fini del cyber-attacco: dalla propaganda all’hacktivismo, dal cybercrime allo spionaggio elettronico che costituisce da sempre uno degli strumenti migliori per ottenere vantaggi economici, politici e militari nei confronti di nemici e alleati. Secondo Mele lo spionaggio elettronico è diventato da oltre 10 anni una minaccia reale per qualsiasi Stato nella misura in cui tutti ne sono vittime e carnefici.
Altro tema affrontato quello del cyberterrorismo o più propriamente dell’uso di internet per scopi terroristici per comunicare e reclutare nuovi terroristi, per svolgere attività di addestramento, incitamento e pianificazione di attività terroristiche. Seconde Mele tuttavia si può parlare di cyberterrorismo in pochi e rari casi come l’attacco Stuxnet ai sistemi informatici della centrale di Natanz in Iran che nel 2010 causò il blocco delle ventole di raffreddamento provocando un grave danno al programma di arricchimento nucleare del paese.
L’utilizzo del cyberspazio e delle tecnologie per scopi militari inizialmente legato a fini difensivi (Active Cyber-Defence) sta cambiando velocemente sviluppando capacità offensive. Ciascuno Stato si sta preparando e attrezzando in questa direzione, sviluppando tecnologie che permettono di realizzare operazioni offensive attraverso il cyberspazio colpendo obiettivi solo militari. Tuttavia in un mondo sempre più connesso l’idea di lanciare un Cyber attacco in grado di colpire solo ed esclusivamente un obiettivo militare sembra utopistica e il caso Stuxnet ne è l’esempio migliore se si considera che dopo aver colpito l’Iran il malware ha continuato a girare per il mondo finendo per colpire i sistemi di paesi amici e degli stessi Stati Uniti.
Secondo Mele dunque non sono gli scenari geopolitici ad essere cambiati, ma solo le modalità con cui ci si confronta , le grandi super potenze (stati uniti, Cina, Russia, regno unito, per citarne alcune) continuano ad essere tali anche in relazione al Cyber Warfare ovvero l’uso di internet per attaccare infrastrutture critiche. In questo senso ciascuno stato si sta attivando per incentrare in un unico sistema/ambito le attività di intelligence e quelle militari. In conclusione secondo l’avvocato Mele le future storie di guerra saranno sempre più legate alle dinamiche del cyberspazio.
Strollo Coricina