Al Jazeera, new media e creative commons

"Some rights reserved" è il motto, la frase simbolo di una rivoluzione nell'era dell'informazione, che vedrà come protagonisti i media e le nuove tecnologie digitali.  A parlare di copy right e rivoluzione mediatico-culturale al Festvial Internazionale del Giornalismo sono stati alcuni dei giovani esponenti di questo progetto: Moeed Ahmad, direttore New Media Al Jazeera, Donatella Della Ratta, della Creative Commons, Laith Myshtaq, giornalista di Al Jazeera.

L'idea rivoluzionaria è che tutto il materiale che viene caricato su internet da Al Jazeera, in questo caso, possa essere utilizzato dal popolo di internet, con la sola clausola che l'utente informi che il video o il materiale in genere che sta usando proviene da Al Jazeera e che non è suo: si scrive "some rights reserved", si legge "condivisione del sapere". "Creative Commons" ha affermato il giovane Moeed Ahmad, "sta cambiando completamente il modo con cui ci relazioniamo alle notizie, alle informazioni. C'è stato un punto in cui abbiamo capito che era il momento giusto per cambiare le cose, per dare inizio a questo fenomeno di "condivisione di massa", chiamiamola così. Ad esempio, durante l'attacco a Gaza dell'anno scorso, noi abbiamo pubblicato sul nostro sito internet alcuni filmati unici, che in pochissimi potevano avere e per di più in inglese, così che tutto il mondo si è potuto servire di quelle immagini."

L'intervento di Ahmad è stato confermato anche da un giornalista di Rai3 che, trovandosi per caso tra il pubblico, ha testimoniato il fatto che proprio in quei giorni di attacchi su Gaza, il telegiornale nazionale si è potuto servire di immagini prese da Al Jazeera, informando nel migliore dei modi i telespettatori sulla faccenda e con il solo dovere di ricordare che le immagini provenivano dall'emittente araba. Quali però i vantaggi di questa rivoluzione? "Spesso la gente è titubante quando parliamo di questo progetto,” ha aggiunto Moeed Ahmad, “però sono tanti gli aspetti positivi che abbiamo evidenziato: innanzitutto la nostra reputazione come emittente televisiva è migliorata, tutti hanno cominciato a prendere e riportare nostre immagini, con il naturale effetto di farci della "buona pubblicità"; la distribuzione delle informazioni è avvenuta ad una velocità grandissima, basti pensare al fatto che “wikipedia”, per esempio, ha cominciato ad utilizzare tutti i nostri video; infine non vanno dimenticati i numerosi riscontri finanziari. Spesso siamo noi in prima persona a caricare i video su “youtube”, senza aspettare che lo facciano gli utenti." A condurre il dibattito è stata Donatella Della Ratta, esponente della Creative Commons, la quale ha sottolineato l'importanza del fenomeno: " Molti quando sentono questa storia, commentano che per Al Jazeera è facile perchè non sono una emittente commerciale e perchè hanno molti finanziamenti, mentre per altri non sarebbe lo stesso. In realtà, come il discorso di Ahmad ha dimostrato, i risultati potrebbero essere davvero sorprendenti per tutti ed è ora di abbandonare vecchie riluttanze. L’idea innovativa è quella di una connessione globale, che permetta una vera condivisione del sapere per qualunque tipo di utente.” Uno dei maggiori dubbi tra gli ospiti presenti in sala, è stato il fatto che non sia possibile controllare davvero chi e come utilizzerà le tue informazioni: “certo”, ha aggiunto Moeed Ahmad, “non possiamo sapere chi e quanti caricheranno il nostro video, però finora non abbiamo avuto alcun tipo di problemi. La gente si serve di Al Jazeera e poi ci scrive per informarci dell’uso che ne è stato fatto e per ringraziarci. Purtroppo non possiamo sapere quanti effettivamente ne fanno uso e dove, però tramite i motori di ricerca abbiamo numerosi riscontri degli utenti che utilizzano questo servizio.”

Martina Castigliani

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