“Giornalismo e politica” . Questo è stato l’argomento di uno degli ultimi interventi in sala Notari dell’ultima giornata della quarta edizione del festival internazionale di giornalismo di Perugia. Per l’occasione, Aldo Cazzullo del Corriere della Sera e Giuseppe Cruciani di Radio 24, con la moderazione di Angelo Mellone, Il Tempo hanno dibattuto sulla relazione che intercorre tra la politica e giornalismo. Diverse le opinioni che sono emerse dall’incontro, la maggior parte della quali scaturite proprio dalla natura particolare ed unica del panorama informativo italiano, totalmente diverso da quello estero. <Il giornalismo italiano – dichiara Cazzullo – è sempre andato di pari passo con la politica. I giornalisti di una volta molte volte erano anch’essi militanti. Essere giornalista era una sorta di ‘estensione dell’essere giornalista>. Non è solo la ‘militanza’ a marcare la differenza secondo Cazzullo. La differenza dipende anche dall’importanza che viene attribuita alla stampa nei diversi stati europei. < In Italia – ricorda il giornalista del corriere – la stampa ha un ruolo molto più importante che in altri paesi come la Spagna o l’Inghilterra, che seppur hanno una stampa riconosciuta, non hanno lo stesso peso che come qui da noi>. Dello stesso parere si è espresso anche Giuseppe Cruciani Radio 24 conduttore de la Zanzara. <E’ vero – afferma Cruciani - in Italia la politica ancora non si è accorta della potenza della radio. Tutti i politici nel nostro paese non si rendono conto che molte volte la radio arriva molto più vicino alla gente rispetto ai quotidiani. All’estero funziona diversamente. Un esempio su tutti è stato il caso della Spagna al momento delle elezioni di Zapatero. Una volta eletto, la prima intervista rilasciata non è stata a “El Pais” ma ad una radio>.
Viviana Attard