Marc Lazar – professore di storia, Insitut d’études politiques
Dennis Redmont – giornalista
Andrea Romano – Il Sole 24 Ore
David Thorne – ambasciatore americano in Italia
Sergio Vento – ex ambasciatore italiano in America 2003-2006
E’ davvero una “luna di miele”, come è stato definito qualche tempo fa dai media, il rapporto tra Usa ed Europa subito dopo l’ingresso alla Casa Bianca di Barack Obama? L’incontro moderato da Dennis Redmont ha avuto oggi come punto di partenza proprio questa domanda, con una successione di risposte diverse tra loro proprio alla luce delle differenti esperienze e punti di vista degli speakers.
David Thorne si è soffermato innanzitutto ad evidenziare le differenze tra la campagna elettorale di Kerry e l’ultima campagna di Obama: la prima sicuramente non aveva la cognizione dei nuovi media come la seconda, nella quale è stato impiegato uno staff di 130 persone solamente per gestire il materiale ed i contatti su internet: un cambiamento, secondo Thorne, essenziale anche per gli stessi Usa.
“L’Europa ama Obama”, ha quindi affermato l’ambasciatore, insistendo sul supporto e la fiducia che gli Stati Uniti hanno dato e continuano tuttora a dare all’Europa, considerata sempre al centro dell’attenzione da parte degli americani, specialmente per determinati aspetti (la crisi finanziaria, la lotta al terrorismo, la gestione del traffico aereo) considerati da Thorne ancora vulnerabili.
Il punto di forza di Obama, secondo Marc Lazar, è quello di “pensare come un europeo”, su determinati temi come ad esempio il multilateralismo e le regole del diritto internazionale; d’altra parte però, secondo il professor Lazar, i fondamenti dell’Europa unita sono oggi messi in discussione. Nella situazione attuale infatti la critica contro l’Europa messa in atto dagli stessi europei sono messi in discussione: tanto l’Europa quanto gli Usa si trovano così in difficoltà.
Gli Stati Uniti, sottolinea il professore, si sentono in dovere di intervenire, ma è necessario non dimenticare mai le “concrete realtà geopolitiche”, quindi il diverso modo di vedere il mondo da parte di queste due opposte prospettive dei due Paesi.
Dunque esiste davvero l’Europa? E’ questa la domanda che secondo Lazar bisogna porsi adesso, cercando eventualmente di superare gli ostacoli connessi alla realizzazione europea, per far in modo di non doverci sentire un giorno come “parte di una bella provincia in un mondo globalizzato”.
E sempre sul tema delle singole realtà geopolitiche si sofferma Sergio Vento il ritorno di un ripiegamento oggettivo della globalizzazione. Il recupero geopolitico altro non è che un recupero dei rapporti economici preferenziali, esistenti già nel passato. In rapporto con gli Usa, Vento sottolinea come la fine dell’eurocentrismo sia stato vissuto in maniera sofferta, guardando all’affermazione degli Stati Uniti con diverse riserve mentali. Da qui nascerebbe il grosso equivoco dei “valori ed interessi condivisi”: secondo Vento, infatti, non si può generalizzare su questo tema, ma anzi va certamente tenuta in considerazione la diversità di vedute tra i due continenti su svariati aspetti.
L’anello debole dell’immaginaria catena che collega Usa ed Europa risiede, a parere dell’ex ambasciatore, nel livello di conoscenza ancora molto basso rispettivamente dell’una e dell’altra realtà, nonché delle forze profonde che premono sulle corrispondenti amministrazioni.
Andrea Romano ha invece proposto un efficace paragone per comprendere la realtà europea, ponendo a confronto quest’ultima con le comunità Hamish: entrambe avrebbero in comune l’orgoglio di essere isolate, e la ricerca di attenzione dall’esterno.
Il punto debole dell’Europa secondo il giornalista del Sole 24 Ore starebbe proprio in questa “altezzosità” verso il mondo circostante, che inoltre è considerata più forte in Italia che altrove. Bisognerebbe, insomma, essere un po’ meno “romantici”ed un po’ più concreti, e tentare di superare quei limiti che spesso emergono proprio nel momento in cui si tenta di fare passi avanti nel processo di europeizzazione, opinione condivisa da tutti i relatori dell’incontro.
Elisa Gerardis