L’informazione della salute: giornalismo e marketing sociale

L’importanza e la qualità dell’informazione della salute oggi, i mezzi e i modi attraverso i quali arriva alla gente, il ruolo del giornalismo scientifico, la distribuzione delle risorse tra i servizi sanitari e le politiche comunicative di prevenzione; sono stati questi i principali temi affrontati durante la panel discussion che si è tenuta nella terza giornata del Festival Internazionale del Giornalismo presso il Centro Servizi G. Alessi e aperta da Paolo Di Loreto, direttore Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria; il quale ha sottolineato la funzione rilevante che la comunicazione riveste all’interno del tema salute e sanità, del suo impatto sui servizi e della capacità di saper utilizzare i messaggi giusti rivolti alla popolazione, soffermando la sua attenzione sul concetto di prevenzione e stili di vita.

Il moderatore dell’incontro, Bruno Gambacorta (Tg2), è partito proprio da un’analisi dell’informazione della salute ponendo l’interessante questione “se i media parlano soltanto di paure collettive o in realtà le creano” e ancora ha parlato di “un’overdose informativa, con tanti messaggi spesso contraddittori tra loro”, passando poi la parola a Giuseppe Fattori, AUSL Modena, il quale ha sostenuto l’importanza della contestualizzazione della comunicazione, ossia la scelta giusta di determinati “alleati” per arrivare ad un pubblico che altrimenti non si riuscirebbe a coinvolgere ed interessare (bambini, adolescenti, anziani). Ma soprattutto ha ribadito come la salute sia determinata da stili di vita adeguati, non basta più portare le risorse verso i servizi sanitari, ma “occorre educare, istruire”, puntare su “interventi normativi, comunicazione e marketing sociale”.

Anche Maria Amelia Beltramini, caporedattrice di Focus, ha rimarcato l’importanza della prevenzione e di un’informazione non allarmistica ma che sappia dare le giuste indicazioni alla gente; inoltre ha evidenziato dei dati interessanti sul legame che esiste tra salute e ceto sociale, livello di istruzione, attività fisica e sull’auspicabilità o meno di alcuni esami clinici.

Il Presidente della Facoltà di Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione dell’Università di Perugia, Fabio Veronesi, ha messo alla luce come su 75 tesi dei suoi alunni, circa il 30% ha affrontato il tema di diete, patologie e cure, accentuando ancora una volta il peso che ha la prevenzione su queste tematiche che colpiscono soprattutto gli adolescenti, tenuto anche conto di un’indagine illustrata durante il dibattito dalla quale è emerso che gli adolescenti italiani sono i più obesi in Europa dopo quelli di Creta e Inghilterra.

L’incontro si è concluso con una serie di interventi da parte del pubblico presente che hanno sollevato questioni particolarmente importanti che riguardano la ricerca, il rapporto che esiste tra giornalismo scientifico e giornalismo di cronaca, la traducibilità del linguaggio della sanità e la relazione che è opportuno creare tra enti che producono informazione e gli enti che le pubblicano.

Maria Rosaria Miglietta

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