L’ambiente è un bene di tutti, la sua difesa, la promozione di politiche di stampo ambientale e il dibattito sui temi all’ordine del giorno non possono che passare attraverso il giornalismo scientifico, che in questa fase deve necessariamente riscoprire e ridefinire il proprio ruolo.
Di questo si è parlato stamattina a Perugia durante il Festival Internazionale del giornalismo, hanno partecipato a questo “Journalism lab”, Luca Conti, blogger e giornalista, Giovanni Ansidei, vicepresidente dell’Unione giornalisti scientifici italiani, Andrea Atzori responsabile del laboratorio per lo smaltimento di rifiuti Labelab, Marco Fratoddi direttore della rivista di Lega Ambiente La Nuova ecologia e Salvatore Giannella, giornalista scientifico che ha lavorato negli anni per riviste quali Genius, L’Europeo, Airone e Oggi.
La discussione si è aperta focalizzando il ruolo dei giornalisti scientifici oggi, che risultano, come ha detto Ansidei, penalizzati rispetto al giornalisti che si occupano di altri temi; «Ad una crescente attenzione da parte del pubblico, non corrisponde una maggiore partecipazione da parte dei media». «Questo perché - ha aggiunto Ansidei -,manca una specializzazione sui temi ambientali, a vantaggio di una saturazione, nel senso tutti fanno e scrivono di tutto, facendo purtroppo scadere la generale qualità del giornalismo scientifico».
Il dibattito si è poi spostato sul tema del cambiamento climatico, nodo centrale dell’attuale dibattito ambientale, e secondo Marco Frattoddi di Lega Ambiente, è stata fatta troppa confusione sul tema, «si è guardato il fenomeno solo con gli occhi dei catastrofisti, o delle opinioni contrarie che hanno demonizzato le lobby ambientaliste che gridavano all’allarme». C’è quindi bisogno, ha chiosato Salvatore Giannella, «di un maggiore diffusione del dato scientifico, da non confondere con divulgazione». La comunicazione specifica del dato consente di capire come funzione questo nostro mondo e quali sono i passi e la direzione da imboccare per migliorarlo.
Proprio sulla comunicazione ai cittadini è intervenuto Andrea Atzori, il quale lavorando per Labelab, tocca quotidianamente con mano quali sono le richieste degli utenti, che spesso richiedono solo informazioni pratiche, operative, «vogliono sapere come e dove possono fare la raccolta differenziata, e il nostro ruolo essenzialmente esecutivo vuole aiutarli in tal senso».
Da questo “Journalism Lab” si è appresa una cosa di fondamentale importanza: per comprendere e conoscere l’ambiente non c’è altra via che quella della comunicazione, che deve essere semplice, diretta ed efficace, fatta da persone specializzate e preparate. «Sarebbe opportuno – ha detto Giannella-, che i giornalisti passassero una settimana in laboratorio con gli scienziati, e allo stesso modo che questi passassero un po’ di tempo in redazione».
Chiara Scardazza