140 giorni in giro per il mondo per parlare del real-time social web. È l’obiettivo dell’evento media 140, fondato nel febbraio 2009 da Ande Gregson, come movimento indipendente e globale che esplora e studia le tecnologie più innovative della comunicazione e informazione.
Dopo Londra, Sydney e Perth, il 23 aprile Media 140 è approdato a Perugia. La Sala dei Notari della capitale umbra, una delle tante sedi che ospitano il Festival Internazionale del Giornalismo, ha visto l’intervallarsi di numerosi esperti per dare risposta agli interrogativi della platea su social network e real-time news.
Tra questi uno dei più spinosi: come si decide se fidarsi o meno di una fonte o di una notizia su facebook o twitter?
C’è chi risponde che si fida della varietà, della possibilità di avere tante differenti opinioni e punti di vista da ogni parte del mondo e chi invece è cauto a seconda delle circostanze.
“Grazie a Twitter ognuno può raccontare la propria esperienza – commenta Luca Conti, collaboratore del Sole 24ore e fondatore di pandemia.org -. L’autorevolezza delle fonti tramite questo social network dipende esclusivamente dalla quantità di persone che lo utilizzano: in America e come nel Regno Unito Twitter è talmente sviluppato che ogni minima frase o fotografia dei suoi utenti viene vista come una piccola chiave per poter fornire un’informazione. In Italia ancora non c’è questa dimensione, poiché il volume degli utenti dei social network è ancora molto limitato e per questo non vengono visti ancora come una potenziale fonte di informazione” – conclude Luca Conti.
La fiducia va conquistata giorno per giorno ed è difficile mantenerla, ma la si riconosce subito quando anche una sola piccola parte di persone seguono un blog, lo linkano, ne condividono le informazioni e commentano. Insomma quando interagiscono.
E’ proprio l’interazione virtuale che si cerca di replicare in sala dei notari, tanto che Robin Good, fondatore di masternewmedia.org, si “rifiuta” di stare “on the stage” con gli altri relatori perché, durante una conversazione sullo sarin e il web 2.0 si sente più a suo agio tra il pubblico e preferisce interagire facendo il “valletto” con il microfono in mano.
C’è, poi, chi vuole conoscere i metodi e le tecniche per verificare se una breaking news sui social media può essere attendibile e chi vuole una confessione, chiedendo agli esperti se abbiano mai commesso errori e come hanno fatto “mea culpa”.
Altra questione analizzata è l’equilibrio, a volte difficile, tra il “personal” e il “business”: Luca Conti taglia corto: ho swicciato con 2 blog, uno personale con le sue storie e opinioni e uno su internet, media e tecnologie.
Valeria Fornarelli
Annamaria Gargani