Internet segnerà una svolta nella storia, come è successo dopo l’invenzione della stampa. Per questo il giornalismo va ripensato, ne vanno riconcepiti rapporti, business e forme. Jeff Jarvis, giornalista e professore statunitense che oggi alle 12 ha tenuto un keynote speech nella Sala dei Notari di Perugia, ne è sicuro. Eppure sostiene che ancora non si sappia davvero che cosa sia Internet. Spiega che dopo l’invenzione di Gutenberg ci sono voluti 50 anni prima che fosse pensata la forma attuale del libro, e 150 prima che si arrivasse al primo giornale. Oggi noi viviamo la stessa fase e, a differenza di quello che si dice solitamente, procediamo con estrema lentezza. È necessario invece, secondo Jarvis, sperimentare, tentare nuovi metodi, capire qual è la strada, ma soprattutto abbandonare i vecchi miti sui mass media, per concepire finalmente il giornalismo come fornitore di un servizio, e non come produttore di contenuti.
Jarvis chiede al giornalismo di smettere di considerare il pubblico come una massa indistinta, imparare a conoscerlo e capirne i desideri, per sapere cosa proporgli. Non condivide la paura europea sulla violazione della privacy perché sostiene che i dati sui suoi interessi non siano privati, e preferirebbe che il suo giornale li conoscesse. Jarvis propone una serie di idee e ripensamenti sul concetto di giornalismo, ma con l’attenzione sempre rivolta al pubblico. “Vorrei sedermi con i lettori per chiedergli che cosa hanno letto, e quanto ha contribuito a cambiare la loro vita”.
Federica Chiara Delogu