Charlie Beckett - direttore di POLIS, centro studi della London School of Economics – introduce la relazione di Peter Horrocks – direttore di BBC Global News, l’emittente internazionale della tv britannica.
Il notiziario internazionale si trova davanti alla sfida di mantenere intatto il proprio indiscusso livello, confrontandosi con cambiamenti che portano in sé difficoltà e risorse: ascesa di altri media globali, che affiancano quelli tradizionali (non solo concorrenza da parte di Cnn e Al Jazera quindi, ma confronto con servizi come quelli russo e cinese); facilità per il pubblico di impossessarsi di notizie attraverso internet; tagli del 16% dei finanziamenti. E tutto ciò naturalmente è calato in un contesto di perenne rilevanza degli eventi internazionali, veri e propri episodi “vulcanici”, che richiedono un’organizzazione sempre più attenta del mondo dell’informazione.
La parola d’ordine diventa così aprirsi, “becoming more global”. La BBC – che si considera un bene internazionale, oltre che britannico - vuole proporre una copertura coraggiosa degli scenari mondiali, creando una rete sempre più fitta e organica di collaborazioni: una grande ricchezza è rappresentata da giornalisti capaci di fornire letture ampie, sfruttando la mediazione della propria esperienza diretta (per il lavoro nel Nord Africa ad esempio, accanto al team britannico, c’è un ruolo preminente dei giornalisti di lingua araba e persiana). Una pluralità di voci non deve limitarsi a trasmettere notizie in lingue diverse: è importante sfruttare le loro peculiarità per proporre analisi approfondite, per calarsi in diversi punti di vista. Il legame fra contributi di forze plurilingue è così una delle imprese più significative della BBC.
Inizialmente l’emittente lavorava con un progetto editoriale unificato, scritto in inglese e solo in un secondo momento tradotto: era un servizio per il mondo, ma non dal mondo. La rete diventa globale facendo proprie storie che arrivano da paesi e da realtà molteplici, volendo essere là dove si trova il pubblico: la BBC sa di non poter più essere una fortezza e di dover continuamente adattare il proprio atteggiamento.
Altri servizi globali, anche più vasti di quello britannico (come quello cinese e americano), sono infatti svantaggiati dalla mancanza di collaborazioni ricche e approfondite e dalla povertà di coerenza fra i partner con cui si collabora. I notiziari internazionali emergenti, poi, tendono a privilegiare una lettura del quadro mondiale in una prospettiva volutamente alternativa a quella occidentale e rimangono così imbrigliati in una visione univoca. L’ambiente è sì reso più competitivo dalla forza dei fornitori locali di notizie, ma il ruolo del servizio globale rimane indiscusso dove le fonti di informazione più vicine sono considerate poco credibili e per quel pubblico di nicchia – di ogni età e estrazione sociale, ma in prevalenza giovane – entusiasta nel confrontarsi con notizie di spessore internazionale.
Davanti alla pretesa di ingenuità che alcuni – conoscendo la facilità che ha internet nel distribuire informazioni - possono criticare alla fiducia in un notiziario internazionale, la BBC risponde con la propria autorevolezza: è vero che il potenziale di Internet sta proprio nella sua globalità, ma la maggior parte degli utenti non sfrutta un simile strumento per fare ricerche approfondite; si preferiscono piuttosto spunti rapidi, che spesso vanno ad assecondare i preconcetti dei lettori. In questo scenario – nel brusio delle notizie spesso indistinte -la forza dell’emittente internazionale sta nella sua imparzialità. Se fonti di cui si conosce il sostrato ideologico sono facilitate nell’attrarre pubblico, l’oggettività non può apparire banale e insipida, quando ricercata con un’attenzione alla ricchezza della pluralità. E l’indipendenza del servizio sarà percepita più agevolmente quando, fra tre anni, anche l’informazione globale - oltre a quella nazionale - sarà finanziata dal canone obbligatorio. Ma anche nell’attuale dipendenza dal ministero degli esteri, da molti anni non si è subita alcuna interferenza da parte del governo, nei cui confronti non ci sono remore a muovere critiche. La questione della proprietà e del controllo – conclude Horrocks – dovrebbe essere un tema approfondito anche il Italia.
Letizia Giugliarelli