Il tema del controllo e della sicurezza globale dei dati si rivela prioritario per questa decima edizione del Festival Internazionale di Giornalismo. A inaugurare il ciclo di incontri dedicato a questa tematica è l’evento tenutosi il 6 aprile, prima giornata del festival, nella sala Priori dell’Hotel Brufani. Un imprevisto di natura personale ha impedito a Raoul Chiesa, fondatore e presidente di The Security Brokers, ospite previsto dal programma, di partecipare. Tuttavia, l’evento è stato presieduto da tre rappresentanti della cattedra di Informatica Giuridica dell’Università di Milano, i professori Marcello Bergonzi Perrone, Pierluigi Perri e Matteo Giacomo Jori.
La presentazione, supportata da diapositive e sviluppatasi grazie all’intervento di ciascuno degli ospiti citati, è stata organizzata in modo da informare i presenti in sala circa i principi che regolano il possesso dei dati, soprattutto da parte di istituzioni governative, quali la sorveglianza, il controllo, il segreto e la trasparenza, sottolineando i paradossi e la confusione che il dibattito attorno a questi concetti non raramente ha generato.
La questione, filo conduttore della discussione, è se la digitalizzazione e il controllo di una mole sempre più grande di informazioni personali, per cui i nuovi mezzi di comunicazione di massa rappresentano un veicolo, può essere compatibile con l’idea di democrazia alla base della nostra civiltà. Qual è, insomma, il grado di segretezza che uno stato democratico può ammettere? Inoltre, come è possibile risolvere il paradosso per cui ogni cittadino grida per una trasparenza sempre maggiore ma nello stesso tempo denuncia la violazione della propria privacy?
I tre ospiti sono concordi nell’affermare che uno stato democratico debba giustamente garantire la segretezza di certe informazioni nella misura in cui queste esistano per garantire a loro volta la sicurezza del Paese. Tuttavia, è necessario che ci sia un regolamento giuridico che ponga dei limiti a questa segretezza per evitare che questa degeneri nell’assenza di trasparenza con cui vengono svolte alcune operazioni governative.
Il prof. Perrone a questo proposito si sofferma sul caso Snowden, poi su quelli che hanno come protagonisti Assange e Manning, tre figure diverse che rappresentano il simbolo della lotta alla sorveglianza globale nell’era cibernetica.
Maria Vittoria D'Onghia