Oggi pomeriggio, alle 16:30, davanti ad una Sala Priori gremita, gli avvocati penalisti Carlo Blengino e Monica Senor hanno parlato di "libertà di espressione ai tempi dei social network". L'argomento, di estrema attualità, ha suscitato un vivo interesse da parte del pubblico che non ha risparmiato domande, osservazioni e pareri personali davanti agli esempi portati dai due avvocati. La prima discussione è stata incentrata sulla differenza fra "esprimere proprie idee" e "fare propaganda e proselitismo". Il primo esempio, che ha coinvolto anche il pubblico presente, è stato quello del 'famoso' tweet in cui la presidente della Camera Laura Boldrini riportava, con uno screenshot, gli insulti ricevuti sul suo profilo Facebook. «Non è che ha fatto diffamazione la stessa Boldrini?» ha chiesto l'avvocato Blengino. Per l'avvocato Senor è sì «libertà d'espressione, ma è anche diffamazione». Quindi l'argomento è estremamente delicato e complicato, anche dal punto di vista giuridico. Sulla questione, Blengino conclude: «l'operazione della Boldrini ha generato odio, ha avuto un effetto collaterale, di certo non voluto dalla presidente». Per l'avvocato, il diritto alla libertà d'espressione non serve per cose su cui tutti concordiamo. «Il diritto d'espressione - ha detto - c'è in quanto io sono libero di esprimermi e muovermi nel web senza che nessuno possa ingerirsi della mia attività». Un'altra punto fondamentale della discussione è stato quello riguardante il "soluzionismo". «Dobbiamo sempre, a tutti i costi, posto un problema, trovare una soluzione - ha spiegato Senor - anche quando non abbiamo definito precisamente il problema stesso». L'avvocato ha portato tre esempi: il cyberbullismo, la diffusione di immagini pornografiche e l'omicidio d'identità. «Le tecniche di stampo legislativo che cercano la soluzione a tutti questi problemi sono un po' dei cerotti - ha detto Senor - che non curano, ma tappano soltanto la ferita». Il soluzionismo cerca di risolvere i problemi senza comprenderli nella sua complessità, ma partendo dal caso singolo. Infine, le tanto discusse fake news, uno dei temi centrali del Festival: «anche sulle fake news abbiamo messo un cerotto - prosegue Blengino - le vogliamo togliere stipulando un accordo con Facebook senza domandarci perché esistono. Non si risolve il problema di ciò che non ci piace con delle pecette tecnologiche. Abbiamo bisogno di tolleranza - conclude - e non di trovare facili soluzioni».
Nicola Brandini