17 aprile 2015,
Sala Perugino, Hotel Brufani
Nel pomeriggio di venerdì 17 aprile si è svolto in sala Perugino dell'Hotel Brufani l'incontro dal titolo "La macchina del fango contro i media indipendenti balcani". Sono intervenuti Gordana Igric (BIRN - Balkan Investigative Report Network), Mihailo Jovovic (di Vijesti, giornale indipendente montenegrino) e ha moderato l'incontro Nela Lazarevic (giornalista sempre per Vijesti).
I due giornalisti hanno portato testimonianza della difficile situazione che i media indipendenti vivono nei due paesi.
Vijesti è un quotidiano, non affiliato a nessuna parte politica particolare, ma impegnato nell'investigare la corruzione del governo e dei politici e le loro connessioni con il mondo del crimine organizzato. Il Montenegro è al 114esimoposto nell'indice del 2015 di Reporter Senza Frontiere sulla Libertà di Espressione.
I giornalisti di Vijesti sono costantemente dipinti come "mafia mediatica", spie della CIA o al servizio della Serbia, agenti stranieri, e chiamati con appellativi come "ratti che meritano la derattizzazione".
Vijesti esiste dal 1997, è finanziariamente indipendente e non affiliato al governo. Ha una linea editoriale libera e liberale. E' il quotidiano più affidabile del paese, più conosciuto e stimato come fonte giornalistica.
Il giornale è stato vittima di un attacco con esplosivi nel dicembre 2013. I suoi giornalisti sono stati più volte attaccati fisicamente. Il governo, da parte sua, ha sempre negato ogni coinvolgimento in questi fatti.
Il ricatto è principalente di tipo finanziario; il governo è il principale advertiser sui giornali e ovviamente non mette inserzioni sui giornali che non accettano di piegarsi alle sue logiche propagandistiche. In più, scoraggia i privati dal fare lo stesso. I finanziamenti statali vanno per il 90% ai media pro governativi, che alimentano le calunnie contro Vijesti e altri giornali dissidenti, come ad esempio il settimanale Monitor.
Jovovic ha concluso dicendo che non esiste un vero e proprio mercato libero dei media in Montenegro, perchè la legge della libera concorrenza (per quanto riguarda gli inserzionisti), non è applicabile a causa della censura governativa.
Una situazione simile è vissuta in Serbia dal network di giornalisti investigativi BIRN. Gordana Igric, fondatrice e direttrice, ha raccontato la campagna mediatica condotta contro l'organizzazione. Il primo ministro serbo ha sempre dipinto lei e i suoi colleghi come spie straniere, screditando così tutti i loro lavori di indagine.
Gli altri giornali e canali televisivi si sono sempre solo limitati a trasmettere le dichiarazioni dei politici. Nessuno ha mai voluto sentire la loro opinione o intervistarli.
Questa situazione è analoga anche in altri Stati balcanici, come Albania o Kosovo.
Per ora la situazione si è placata, ha spiegato Igric, ma solo fino alla prossima inchiesta. Fare report è diventato sempre più difficile, a causa della diffidenza dell'opinione pubblica, della reticenza della maggior parte delle personalità a farsi intervistare, della mancanza di trasparenza delle istituzioni pubbliche. Ma Igric e i suoi colleghi non sembrano intenzionati a fermarsi.
Irene Doda