La parola contraria, Erri de Luca

"Io sono un cittadino della lingua italiana, sono residente della lingua italiana". Questa è la frase con cui ha esordito lo scrittore Erri De Luca nella sala dei Notari al Festival internazionale del giornalismo. Dominando la platea con lo stendardo della libertà di espressione ha parlato alla sala gremita di persone pronte ad ascoltare le sue parole per capire come il pensiero di uno scrittore nel 2015 possa essere al centro di una vicenda processuale il cui capo d'imputazione è: per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, pubblicamente istigato a commettere più delitti e contravvenzioni ai danni della società LTF sas e del cantiere Tav LTF in località La Maddalena di Chiomonte ( To), area di interesse strategico nazionale, ai sensi dell'art. 19 della L. 183/112.
"Diversi giorni fa ho consultato l'edizione degli anni '50 del vocabolario di Fernando Palazzi, ho notato, a corredo, la prefazione dove l'autore riconosce il contributo nella stesura allo studioso ebreo Eugenio Treves.
Palazzi non lo aveva ringraziato nella prima edizione del '39, ma lo fa solo nella seconda edizione, riconoscimento tardivo giustificato da 'ragioni contingenti'. Le ragioni contingenti, di cui parla, erano le leggi razziali del tempo.
Oggi, il nostro giornalismo soffre di molte ragioni contingenti che convincono i titolari di questa professione a essere prudenti e a censurarsi, spinti a essere più leali nei confronti dei datori di lavori piuttosto che dei lettori.

Oggi, ho avuto la possibilità di intervenire in un osservatorio privilegiato per parlare della incriminazione a mio carico. Ebbene, sono il primo scrittore a essere imputato per istigazione a commettere reati, nello specifico a sabotare una 'certa opera'".
La dichiarazione in questione è quella rilasciata all' Huffington Post- gruppo Espresso in data 01.09.2013:" ...La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo...sono necessari per far comprendere che la Tav è un'opera nociva e inutile...hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l'unica alternativa...", mentre all'A.N.S.A.in data 05.09.2013: " resto convinto che il Tav sia un'opera inutile e continuo a pensare che sia giusto sabotare quest'opera".
L'autore continua: "Se io a esempio ho una lavatrice a casa funzionante, e viene una persona che si propone di sostituirla con un'altra per farmi risparmiare 15 minuti nel lavaggio per me é inutile. Questa semplice obiezione di economia domestica vale per tutto.
L'espressione "alta velocità" è falsa, infatti, sulla linea esistente si andrebbe a risparmiare poco più di un'ora. Quindi, è un treno a 'modesta velocità'.
Ma la ragion di Stato non ne vuole sapere.
Il verbo sabotare, deriva dal francese sabot ( zoccolo), risalente all'epoca della rivoluzione industriale quando gli operai nelle fabbriche che continuavano a lavorare per solidarietà ai colleghi licenziati inserivano gli zoccoli nei telai a vapore per incepparli e danneggiarli.
Gli operai rimasti in fabbrica mettevano, in questo modo, a repentaglio il loro posto di lavoro. Nasce, quindi, come gesto nobile.
Dal 24 febbraio 2014, da quando è iniziato il procedimento penale a mio carico impedisco ai miei avvocati la libertà di fare il loro mestiere, i quali avrebbero voluto articolare la strategia difensiva sollevando la questione di illegittimità costituzionale, in violazione dell'art. 21 della Costituzione. Articolo che sancisce la libertà di espressione e libera manifestazione del pensiero.
Se l'eccezione venisse accolta, continuerebbe, poi, davanti alla Corte costituzionale. Ma mi sono opposto, perché voglio andare a sentenza. E, se dovessi esser condannato non desidero nemmeno beneficiare delle attenuanti generiche.
Il 20 maggio è la prossima scadenza, giorno della mia udienza, lo stesso in cui cade il mio sessantacinquesimo compleanno. Sono felice di questa coincidenza perché andrò a difendermi da scrittore. In aula non andrò a discolparmi, ma a mettermi di traverso alla censura che vuole la parola contraria su un binario morto.
Questa incriminazione rappresenta il mio premio letterario italiano.
Ho espresso la mia opinione e vogliono condannarmi per questo. Sono e resterò, anche se condannato, testimone di sabotaggio.
Gli agenti impiegati a presidiare il cantiere della linea Tav sono una delle varianti infelici del film ' il salario della paura' di Clouzot ', che narra la storia di quattro sbandati avventurieri che per guadagnare un po' di soldi accettano di trasportare materiale pericoloso in un percorso accidentato.
Il sindacato della polizia, preoccupato per la situazione in cui sono gli agenti in questione ha ottenuto come unico rimedio alla contaminazione la possibilità di far indossare delle mascherine, le stesse che i cinesi indossano per lo smog. Sulla scia di quel salario della paura, pagato a prezzi modici, hanno la certezza a differenza di altri lavori di non uscirne illesi. 'Dov'è la paura se quelle montagne sono piene di amianto?' Chi si espone alla volatilizzazione di quel materiale non ne può uscire indenne. Non esiste esposizione sicura all'amianto, nessuna soglia minima é innocua.
La Val di Susa si batte da tempo contro chi pur di realizzare profitto su uno dei tanti grandi lavori é indifferente al danno procurato alla salute pubblica. Questo non è altro che asservimento di un territorio a una speculazione dichiarata. Le perforazioni e la polverizzazione di giacimenti di amianto fanno inorridire chiunque abbia notizia del guasto micidiale di uno spargimento delle sue fibre tossiche. La definizione di tutto questo è: stupro di territorio.
La mia non è altro che legittima difesa per salvaguardare l'incolumità delle persone.
L'ordine del giorno resta l'incolumità fisica dei cittadini, sabotata dalla legalità".
Più che la presentazione di un libro è stata la condivisione della lucida presa di coscienza dello schiacciamento della propria libertà, vestita da tentativo di sensibilizzazione.

Maria Rosaria Cardenuto