L’incontro con Vladimir Luxuria, moderato dal giornalista Pasquale Quaranta, ha concluso la prima serata della XIII edizione del Festival Internazionale del Giornalismo dal palco della sala dei Notari.
La numerosa platea si è lasciata coinvolgere ed ha risposto divertita alle provocatorie domande dell’attivista foggiana, che dopo avere appurato, per alzata di mano, l’orientamento sessuale dei presenti ha raccontato di sé, del disagio vissuto da giovane circondata dal pregiudizio dei suoi concittadini e di alcuni momenti salienti della sua vita. Ha ricordato quando, agli esordi, era la Drag Queen delle notti romane e Direttrice artistica del locale “La Mucca Assassina” e grazie a Maurizio Costanzo è riuscita non soltanto a sdoganare in Tv il tema della transessualità in Italia, ma anche a parlare intimamente di sé alla madre davanti al pubblico del Teatro Parioli.
Vladimir ha sottolineato come spesso impropriamente si confonde il termine fare “outing” (affermare la sessualità di un altro) con “coming out” (dichiarare il proprio orientamento sessuale) e che spesso i giornali sbagliano quando scrivono delle persone transessuali. Infatti, è corretto dire “il” trans se ci si riferisce a chi transita dal maschile al femminile, viceversa si utilizza l’articolo determinativo “la”.
La transessualità non si può ridurre ad un mero fattore di corpo, ma riguarda innanzitutto l’interiorità, la parola “trans gender” indica coloro che non si identificano col il loro genere anagrafico e vorrebbero essere percepiti dal mondo con un’identità diversa, a prescindere dall’orientamento sessuale, ovvero, se si è attratti da un uomo o da una donna.
"L’Ideologia gender non esiste!", con questa affermazione Luxuria vuole rassicurare tutti dopo le polemiche sorte per aver spiegato a dei bambini, in una trasmissione Rai, le difficoltà delle persone transessuali. Erroneamente i sostenitori della teoria gender pensano che informando i giovani si rischia di influenzarli e indirizzarli verso l’omosessualità. Invece, “Se facciamo una politica contro il bullismo omofobo- puntualizza la speaker attivista- stiamo facendo una politica per l’inclusività della scuola”.
Brigida Raso - volontaria press office IJF19