Le news su Assistant e gli esperimenti di voice journalism

«Ok Google, quali sono le notizie di oggi?».

 Con il crescente utilizzo dei comandi vocali, è aumentata anche l’opportunità per gli utenti di accedere a contenuti significativi durante il giorno. La tecnologia vocale è ancora agli albori ma crea già nuovi modi per gli editori di interagire con il pubblico. Se n’è parlato oggi, 4 aprile 2019, in Sala Raffaello, nella seconda giornata della XIII Edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Il panel, a cura di Google, era sui contenuti News di Google Assistant. I relatori: Laura Doward del team publishers market di Google a Londra, Brenda Salinas Baker delle news partnership di Google nel settore audio e Anneka Sharpley che si occupa di Google Assistant.
«A Google News si sta facendo uno sforzo per creare nuovi modelli di giornalismo sostenibile, con soluzioni per le sfide del settore che provengano dal giornalismo e dalla tecnologia», dice Laura Doward.  Perché ci interessa la tecnologia audio su Google?
L’assistente di Google è disponibile in 30 lingue e in 80 paesi, su milioni di dispositivi (telefoni, altoparlanti, smartwatch). Gli editori dicono che con  questa tecnologia non si passa solo dalla stampa allo schermo: avviene un cambiamento totale dello storytelling.
Cambia il rapporto con gli utenti, aumenta l’empatia tra podcast e ascoltatori: «La voce sta diventando la nuova normalità: “chiama mamma, manda il prossimo episodio”, sono secondi di magia in cui accade qualcosa senza premere alcun pulsante che portano a una dipendenza. I nostri figli potranno semplicemente parlare ai dispositivi», dice Brenda Salinas Baker.
Quali sono le opportunità per questa tecnologia? Anneka Sharpley fornisce alcuni esempi di partnership con gli editori (che restano indipendenti a livello di linea editoriale):
“Voice Lab”, con il Guardian, è il test di un blog settimanale partito da appena 6 mesi ad opera di un team innovativo di 4 ragazzi. Il primo contenuto è uscito a Natale, era una sorta revisione di fine anno. L’esperimento ha dimostrato che 90 minuti di contenuto audio personalizzato su 7 argomenti differenti sono davvero una bella esperienza per l’utente, ma che questo resta entusiasta per massimo 8 minuti. Nel prossimo esperimento il Guardian vorrebbe convertire un prodotto stampato in una breve versione audio da aggiornare quotidianamente.
La seconda partnership è quella con il Financial Times. Grazie a Google Assistant si può esplorare Berlino con un podcast interattivo: un’ora e mezza del giornalismo del Financial in 9 aree della città. L’esperimento è risultato molto utile per i lettori tradizionali del Financial e un ottimo manuale di istruzioni per chi non aveva mai usato l’Assistente.
Infine, è in cantiere la collaborazione con Ouest France, attraverso Archie, un’intelligenza artificiale che ricerca negli archivi di Ouest France gli articoli pertinenti agli argomenti del giorno.
Le partnership sono fondamentali per promuovere l’uso di Google Assistant. I contenuti brevi al momento risultano i migliori: meglio pubblicare «qualcosa che attragga l’utente al prossimo episodio».

Alessandra Paparatty - volontaria press office IJF19