Le regole dei giornalisti: istruzioni per un mestiere pericoloso

Fare il giornalista senza finire sotto processo
Sala Raffaello – Hotel Brufani - 24 aprile 2013 ore 19,30

Goffredo Buccini, giornalista del Corriere della Sera, presenta il libro “Le regole dei giornalisti: istruzioni per un mestiere pericoloso” dell’avvocato Caterina Malavenda, scritto con Carlo Melzi d'Eril e Giulio Vigevani.
Dal sottotitolo “istruzioni per un mestiere pericoloso” si potrebbe pensare ad un manuale per giornalisti inviati di guerra. E invece no:  è rivolto a tutti i giornalisti di qualsiasi settore, per informarli in modo completo sui pericoli che si possono incorrere nel mestiere della comunicazione.
Il tentativo del libro è quello di far diventare i giornalisti scrivani di conferenze stampa? O di far dire a un aspirante giornalista “ma chi me lo fa fare?”, provoca Buccini. Teoricamente sì.
Il rapporto tra giornalismo, politica e giustizia è ormai un tema scottante. Un numero sempre crescente di testate, soprattutto piccole, chiudono per fallimento economico dovuto al pagamento di cause legali; i giornalisti non possono avere beni intestati di nessun tipo per evitare che possano essere sottratti al momento di una causa; la cronaca è sempre più ridotta all’osso e spesso non dà informazioni necessarie per colpire almeno l’attenzione del pubblico; i cinque pilastri del linguaggio giornalistico non possono essere rispettati per paura di dire troppo. È un mestiere pericoloso perché l’errore, anche involontario, di battitura, di distrazione, di qualsiasi natura, è dietro l’angolo.
E molti finiscono per perdere quello spirito e quella voglia di fare, di sapere e di comunicare che contraddistingue un giornalista.
Quando ci alzeremo in piedi e diremo basta? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo vendicarci con le intercettazioni? provoca Buccini con ironia. L’avvocato Malavenda ammette che questo sistema disturbato e corrotto al suo interno sta togliendo ai giornalisti il proprio mestiere, e preclude un futuro a tutti coloro che aspirano ad intraprenderlo. Ma il problema reale è che la maggior parte non sa cosa si può fare e cosa no, soprattutto per mancanza di informazione e di interesse riguardo questa tematica.
Bisogna cambiare le cose e farlo in fretta. E il libro della Malavenda è un ottimo strumento per iniziare. Nonostante tutti questi problemi  e pericoli, il giornalismo rimane il mestiere più bello del mondo. E detto da un avvocato che voleva fare il giornalista, qualcosa vorrà dire.

Stefania D’Orazio