Sala dei Notari – ore 17:00 - 18:00
Leader. Femminile singolare è il titolo dell’evento in cui due donne della scena pubblica, la giornalista Alessandra Sardoni e la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, si confrontano su argomenti di politica e attualità. La prima questione trattata è chiaramente quella delle donne, che prende spunto dalla rivendicazione da parte di Laura Boldrini di quell’articolo femminile singolare anteposto al titolo di Presidente. Dal suo punto di vista, infatti, non è una scelta grammaticale, ma culturale: è e si sente una donna e non può un ruolo che lei riveste cambiare il suo genere. Anzi, aggiunge la Boldrini, se si continuasse a utilizzare l’articolo determinativo maschile si sottintenderebbe che la sua nomina in quanto donna è solo un momento di passaggio e non è necessario quindi il cambiamento nel modo di rivolgersi a lei. “C’è il rischio che le donne siano delle meteore”, brevi attimi tra un uomo e un altro che va a ricoprire quel determinato ruolo apicale. Ma secondo Laura Boldrini non può e non deve essere più così. A tal proposito, si riallaccia alla questione tanto discussa delle quote rosa. Non sentendosi in alcun modo inferiore agli uomini, la Presidente della Camera si definisce contraria a questo tipo di regolamentazione che d’altro canto però risulta necessaria a causa dell’immaturità dei tempi e della società in cui viviamo. Solo il 47% delle donne infatti in Italia lavora e la differenza tra il salario percepito da uomini e donne esiste ancora: è proprio per questi motivi che Laura Boldrini reputa necessarie le quote rosa, sostenendo che, se il 50% dei cittadini di un Paese democratico è composto da donne, è necessario che ci sia una rappresentanza al 50% femminile. Sull’importanza delle donne, la Presidente cita Christine Lagarde, direttrice del Fondo Monetario Internazionale, secondo la quale maggiore è il numerodelle lavoratrici di sesso femminile, maggiore sarà la crescita del PIL del Paese. La categoria delle donne resta comunque una delle più in difficoltà insieme a quella dei giovani che Laura Boldrini crede si debbano ascoltare e aiutare seriamente attraverso confronti che non siano però infiniti perché ad un certo punto è necessario prendere una decisione. Per questo motivo, l’intervistata cita il caso di Almaviva Contact, che si occupa di call center e che pochi giorni fa ha avuto un confronto con la Presidente: l’azienda ha scelto di non delocalizzare ma a causa di questa decisione rischia di chiudere e licenziare i propri dipendenti. Montecitorio, a detta della Boldrini, è ormai diventato un luogo in cui si protesta ed è giusto farlo, ma sarebbe ancora più giusto che le istituzioni ascoltassero chi è in difficoltà. La Presidente coglie allora l’occasione per annunciare che farà in modo che tre o quattro direttive europee finalizzate a ridare dignità al lavoro vengano recepite anche in Italia. “Non siamo più in grado di esportare diritti, ma importiamo erosione di diritti”, sostiene Laura Boldrini. In fondo, continua la relatrice, il potere non può avere solo un’accezione puramente negativa.
Su questioni prettamente politiche, la giornalista Alessandra Sardoni chiede alla sua interlocutrice di commentare ciò che si è detto sul suo rapporto col Movimento 5 Stelle, ossia che la Presidente della Camera detesti il partito guidato da Beppe Grillo. La Boldrini risponde in maniera chiara e secca: “Pensare che io detesti il Movimento 5 Stelle è un’illazione”, perché lei si fa forza sulla sua cultura di pace che la porta a non detestare gli altri, a non esistere in funzione di un nemico da odiare. Affermazioni molto interessanti vengono fatte relativamente alla libertà di stampa e alla proposta presentata alla Camera dei Deputati da Luigi Di Maio (M5s) per regolamentare entrate e uscite a Montecitorio e limitare l’accesso a giornalisti e lobbisti all’interno del Palazzo. La Presidente afferma di aver chiesto ai questori di fare un’istruttoria affinché l’ingresso a Montecitorio venga maggiormente controllato, ma la stampa non subirà restrizioni. Ammette che ci sono anche giornalisti che spesso si “distraggono e cercano il retroscena” facendo molto male all’informazione, ma maggiore è la presenza e l’attenzione della stampa migliore sarà il suo servizio alla democrazia. “La libertà di stampa è un valore assoluto”, afferma con forza Laura Boldrini, proprio oggi che si celebra il diritto all’informazione, e ricorda quei giornalisti che rischiano la vita pur di diffondere le notizie. Per chi come lei ha vissuto in luoghi in cui la libertà di stampa era completamente assente limitarla in Italia sarebbe assurdo. Anche per quanto riguarda i lobbisti Laura Boldrini cerca di essere cauta, affermando che esiste differenza all’interno e che è necessario mantenere un certo livello di attenzione, ma anche porre una netta distinzione tra lobbisti e giornalisti e non assimilarli in una medesima normativa.
Per quanto riguarda la questione Internet, la Presidente ricorda le violenze e le minacce subite a mezzo web e, quando Alessandra Sardoni le ricorda che la sua proposta di regolamentazione dell’online durante un’intervista fu criticata anche da Stefano Rodotà, la Boldrini chiarisce che ci fu un equivoco perché il suo obiettivo non è la censura. Infatti, ciò che si augura è che “nel semestre europeo l’Italia sia capolista nella regolamentazione dei diritti di Internet”, perché “il cittadino va protetto”. Su Facebook d’altronde è difficile gestire le offese, le minacce e le violenze perché sul social network si sfocia in campi internazionali per cui è impossibile provare a risolvere tutto a livello nazionale. Non ha soluzioni ora, ma sa che il punto di partenza è di certo il dibattito. Un confronto infatti è stato avviato proprio alla Camera grazie anche ad Anna Masera, Responsabile di Comunicazione di Montecitorio, per trovare insieme la strada verso un uso più responsabile del web.
Non entra pienamente nel merito, invece, sulla questione delle riforme istituzionali e del Senato per rispetto soprattutto del Presidente Grasso. Ma ammette che il bicameralismo perfetto non funziona: è lento e farraginoso ed è imperativo che ci sia una riforma. Il meccanismo attuale infatti non è adatto ai tempi e non permette alle istituzioni di avvicinarsi ai cittadini, alle loro richieste e alle loro petizioni. L’obiettivo dunque è quello di affidare maggiore lavoro alle commissioni e fare in modo che in aula si lavori solo nella fase finale del processo. Trecento sono gli emendamenti in ballo al momento ed entro la pausa estiva, a detta della Boldrini, il provvedimento verrà portato in aula.
Alla domanda dal pubblico sui salari minimi, la Presidente ne dichiara l’importanza in quanto favoriscono anche i consumi interni e ribatte il suo ruolo di terzietà quando qualcuno le chiede se rifarebbe il gesto della ghigliottina: “devo fare ciò che è più in linea col mio ruolo, non quello che è più comodo per me.”
Alessandra Vescio
@alessandraves