L’Europa verso la disintegrazione?

Sala dei Notari, ore 11.30

Alberto Matano del TG1 presenta il dibattito sul tema “Europa, verso la disintegrazione?”. Partecipano Adriana Cerrettelli del Sole 24 Ore, Enzo Moavero Milanesi del Ministero degli Affari Europei, Gianni Pittella, vicepresidente Parlamento Europeo, Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e Marc Tarabella (parlamentare europeo). Austerità, disoccupazione, errori politici nella tempistica e nelle risposte dell’UE sono alcuni dei temi affrontati. Inoltre, si parla di strategie di ripresa e di sistemi per evitare il disastro della disintegrazione, puntando sulle nuove tecnologie, sull’attenzione per l’ambiente, sui progetti costruttivi. Si parte con un confronto sull’attualità, dalla nascita del nuovo governo Letta al suo rapporto con l’Unione Europea, sull’onda dei recentissimi fatti di cronaca che riguardano l’odierna sparatoria davanti a Palazzo Chigi, in cui un carabiniere è stato ferito.
Inizia il dibattito Antonio Tajani: la decisione di dare vita a un governo e il senso di responsabilità mostrato dalle 3 maggiori forze politiche permette all’Italia di inviare un messaggio forte all’Europa: l’Italia ha un Governo, che dovrà rimettere in moto l’economia e fare riforme, con l’obiettivo di sconfiggere la crisi e occuparsi dei giovani e del loro futuro. Le ripercussioni in Europa sono inevitabili: l’Italia è uno dei paesi fondatori, che deve partecipare alle decisioni e permettere a questa istituzione di crescere. Continua Pittella: “Monti ha iniziato bene, riprendendo una situazione ormai giunta sull’orlo del baratro, ma ha sbagliato nella seconda fase: dopo  le rassicurazioni a livello europeo, non è riuscito a spingere abbastanza per correggere questa folle ubriacatura attorno all’austerità, che ci è stata letale, e si è assopito sul rigorismo. Ora dico a Letta: la prima cosa da fare è dare respiro all’economia. Il governo italiano deve essere in grado di pagare i debiti contratti con l’UE e onorare gli accordi assunti con le imprese”. Così commenta Adriana Cerrettelli: “Il governo Letta nasce con una novità: Letta ha parlato subito di Europa, dicendo che il rigore va bene, ma ci vogliono alternative. Il tutto è in linea con le misure di molti altri paesi, ma ci vuole comunque realismo: la potenza egemone che oggi governa l’Europa, ovvero la Germania, non verrà incontro alle esigenze dei paesi del sud Europa. Si sta andando incontro alla logica dell’ognun per sé, e ci aspettano grandi sacrifici per metterci al pari con i paesi nordici. Per farlo, si deve andare in direzione di una maggiore flessibilità da parte di tutti”. Marc Tarabella espone il suo punto di vista: non siamo stati in grado di imporre nuove leggi per tutelare i mercati e la crisi sociale, pensando che da solo il mercato unico avrebbe risolto tutti i problemi. Ora, a 20 anni di distanza, ci siamo accorti dei limiti di questa strategia e dobbiamo ripensarci in una nuova ottica per evitare la disintegrazione. Il futuro dell’Europa passerà attraverso un six-pact progressista, per mettere in moto l’economia e creare nuove occupazioni. “Perché senza lavoro l’Europa non avrà futuro”.
Dobbiamo trovare una formula per finanziare lo sviluppo e risolvere il problema del debito, finanziando nuove iniziative: non si riduce il debito se non si fa crescere l’economia. Non si deve puntare solo sulla contrazione della spesa e sull’austerità. Inoltre, l’Europa deve recuperare la sua missione civilizzatrice, di promotrice di pace: oggi si è atrofizzata sull’idea di burocrazia e strapotere bancario, venendo meno ai presupposti con cui è nata. La solidarietà, valore fondante, è sparita con la crisi dell’euro, accentuando la spaccature preesistenti e facendo venire meno in cemento fondamentale per la costruzione di basi più solide, sottolinea la Cerrettelli.
Infine, spazio per le domande via Twitter e dal pubblico.

Elettra Antognetti