Sala dei Notari, 19 aprile 2015
Lirio Abbate e Marco Lillo, autori del libro "I Re di Roma", edito da Chiarelettere raccontano l'inchiesta su Mafia Capitale.
La narrazione procede per immagini, fotografie scattate da molti metri di distanza degli incontri tra i capi della malavita romana; primo tra tutti Massimo Carminati, il perno del sistema criminale, soprannominato "Il Nero".
Accanto a lui troviamo il trafficante di droga Michele Senese, il "Rosso" Salvatore Buzzi, e una schiera di personaggi della buona società romana, da imprenditori, a calciatori, a politici regionali. La società civile della capitale è incapace di reagire; non ha mai sviluppato gli anticorpi contro il sistema mafioso. Roma, secondo Lillo e Abbate, è almeno vent'anni indietro Palermo o Reggio Calabria quanto a cultura anti mafiosa.
Carminati è riuscito a infiltrarsi fino nel midollo del sistema economico locale. Qualunque imprenditore che avesse un problema si rivolgeva a lui, il Cecato, che ogni mattina dopo colazione riceveva i suoi clienti seduto davanti a una stazione di servizio. Ha gestito appalti e subaffitti di case popolari, un business per lui estremamente redditizio. Aveva influenza sulla politica comunale. Era generoso nei favori agli imprenditori locali, ma chiedeva un prezzo: coloro che ottenevano qualcosa da lui diventavano i suoi servi, dovevano essere alle sue complete dipendenze.
L'inchiesta giornalistica di Abbate, iniziata nel 2012, ha anticipato l'inchiesta giudiziaria. Il giornalista è stato minacciato da Carminati di lesioni fisiche.
Mafia Capitale, si sono chiesti in molti, è un sistema di destra o di sinistra? Lo spettro dei personaggi coinvolti copre tutti i colori politici. Ma Mafia Capitale, ha ricordato Lillo, è un tradimento dei valori sia della destra e della sinistra: in nome degli interessi mafiosi sono stati sacrificati della legalità e le libertà economiche, così come la giustizia e le libertà economiche.
Al panel dovevano essere presenti anche Giuseppe Pignatone (procuratore capo di Roma) e Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera), che non hanno potuto partecipare a causa di impegni professionali dell'ultimo minuto.
Irene Doda