I media e i social network offrono davvero alle donne una nuova possibilità di espressione? Quanto contribuisco i nuovi strumenti digitali al superamento del divario di genere e quali le potenzialità inespresse? Quesiti posti oggi nel corso del workshop “Media, identità e diversità: l'impegno per colmare il divario di genere”, in programma nell'ambito dell’ultima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo.
Protagoniste dell’incontro, tre rappresentanti di Girl Geek Life, magazine dedicato al rapporto tra donne e tecnologia, Emma Tracanella, Luigina Foggetti e Sonia Montegiove. Tra i principali argomenti trattati, il rapporto tra donne e politica, video games e media tradizionali.
“In Italia - ha introdotto Sonia Montegiove - le donne coinvolte in politica sono solo il 30% sul totale. Secondo una ricerca realizzata nel 2016 a seguito delle politiche europee, l’80% utilizza i social media per le proprie attività, solo il 9% le appalta. Ma molte percepiscono un problema sul piano delle competenze, e qui si apre un discorso più ampio, relativo alla presenza di donne in ambito scientifico e informatico”.
Secondo dati recenti, infatti, solo 29 su 1.000 laureate italiane lo sono in materie legate alla tecnologia e all'informatica. 4 su 1.000 quelle che lavorano nel settore. Le motivazioni, secondo Sonia Montegiove, non sono facilmente individuabili. “Alcuni attribuiscono la responsabilità ai giochi per bambine, altri - ha spiegato - al percorso di studi, in entrambi i casi dovuti al persistere di stereotipi”.
Un altro tema di riflessione è il rapporto tra donne e video games. Non ci sono molte donne impegnate in questo campo. Il motivo? Basta pensare all'immaginario dei videogiochi, solitamente popolato da uomini, al più bianchi. “La campagna #1reasonwhy, di cui ancora c'è traccia su Twitter - ha illustrato Luigina Foggetti - ha dimostrato come parte della ragione sia da ricercare nell'impossibilità di incidere su questo immaginario”.
L’appuntamento si è chiuso con una riflessione sul rapporto tra donne e media tradizionali, supportato dalle recenti campagne del National Geographic dedicato alla “rivoluzione del gender”. “Chiediamoci tutti come aiutare le donne a costruire un modo migliore - ha chiuso Emma Tracanella - anche noi qui presenti ”.
Annalisa Masi