Neofascisti ed estrema destra italiana nell’era giallo-verde

Sala gremita per l’incontro Neofascisti ed estrema destra italiana nell’era giallo-verde che ha avuto luogo giovedì 4 aprile all’Hotel Brufani, nel secondo giorno del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. A moderare l’incontro Leonardo Bianchi di Vice Italia, coi relatori Paolo Berizzi di Repubblica, dal marzo 2017 sotto tutela in seguito a una serie di minacce e atti intimidatori, autore di NazItalia. Viaggio in un paese che si è riscoperto fascista (Baldini Castoldi, 2018) e Maddalena Gretel Cammelli, antropologa, che si occupa di forme contemporanee di razzismo e di fascismo, di movimenti sociali e violenza politica: Fascisti del terzo millennio. Per un’antropologia di CasaPound (Ombre Corte 2015).
Il primo episodio citato di contiguità politiche tra maggioranza di governo e neofascisti è una manifestazione di Casapound del 2014 a cui prese parte anche Mario Borghezio. Berizzi ha iniziato di occuparsi di questi temi dalle curve degli stadi. Da allora ha svolto inchieste per approfondire quello che all’epoca era bollato semplicemente come “folklore”, ancora banalizzato e sminuito sia dalle forze di destra che di sinistra.
Cosa significa essere fascisti oggi? «Tocca a noi smascherare le nuove forme di fascismo che si celano dietro a forme di igiene apparentemente nobili: “un calcetto contro la pedofilia”. Negli anni mi hanno dato del visionario, del paranoico, ma le immagini di Torre Maura, le barricate, i saluti romani, sono solo l’ultima trincea di un copione rodato che si ripete da Prato, da Macerata, dalle periferie romane dove tutto è nato e dove tutto torna. Ci sono dei mandanti politici», afferma Berizzi.
La Cammelli, durante la sua tesi di dottorato, ha intervistato alti esponenti della gerarchia di Casapound, rilevandone una significativa lezione che oggi ci ripropone sul “fascismo come stile di vita”: «Non si diventa fascisti perché si è letto un programma, ma perché si è attratto da un sentimento di vedere il mondo. È un modo di vivere la vita che riesce ad essere allo stesso tempo severo e scanzonato, perfino libertario. In sintesi morte, sacrificio e violenza». Uno stile di vita che spesso si cela dietro alla goliardia. La goliardia di Casapound è censita dal Viminale che dal 2011 al 2016 ha registrato quasi mille associati per i motivi più disparati, tra cui apologia di fascismo (contravvenendo alle leggi Scelba e Mancino).
In Lombardia c’è un gruppo in forte ascesa che si chiama Lealtà e Azione che è in Italia la risposta agli Hammerskin, un’élite del movimento nazi che nasce da un’emanazione di Ku Klux Klan. I capi di questo movimento sono pregiudicati. Si ispirano a Léon Degrelle e alla Guardia di Ferro romena. Hanno sostenuto in chiaro con dei gazebo e un patto elettorale la Lega di Matteo Salvini. Come dice Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, in questo scenario di normalizzazione questi gruppi hanno alzato la testa.
Come raccontarli a livello mediatico? Berizzi pensa che il modo migliore sia quello di entrare nelle pieghe meno visibili dell’organizzazione con inchieste su quali finanziamenti ricevono e da chi, di quali sponde politiche godono. Secondo la Cammelli arginare il problema non è affrontarlo. I media devono ragionare sull’ideologia e sul fenomeno culturale che fa parte della storia di Europa, non semplicemente additando in prima pagina quattro braccia tese.
«Il fascismo è eterno», per citare Umberto Eco.

Alessandra Paparatty - volontaria press office IJF19