Non solo silkroad: Bitcoin, la valuta digitale

Franco Cimatti, esperto di peer-to-peer, ha illustrato questa sera presso la Sala Priori dell’Hotel Brufani la nuova tecnologia del Bitcoin, presentata come la Rivoluzione Digitale che modificherà la rete, la microeconomia e il nostro modo di interagire e relazionarci negli anni a venire.
Bitcoin è una moneta digitale che si basa su algoritmi matematici; si tratta di un valore del database che viene condiviso. È un software che si distingue dagli altri in distribuzione per alcune caratteristiche. È un software Peer2peer, ossia uno scambio tra pari di dati e file, ma, a differenza di altri Peer2peer, con Bitcoin viene scambiato un unico file, un unico database. Inoltre devono essere rispettate una serie di regole quando si inviano e si ricevono dati.
Un’altra caratteristica di Bitcoin è che l’unico elemento che viene condiviso è il database. “È come se si inviasse un lucchetto aperto”, spiega Franco Cimatti, “ma le chiavi sono private. Ciascun utilizzatore di Bitcoin ha la sua chiave privata”.
Ma quali sono i vantaggi di questo nuovo software? A cosa serve e cosa ci permette di fare? Innanzitutto Bitcoin è decentralizzato, non si sono intermediari. Non esiste un server e di conseguenza non esistono le debolezze del sistema legate al server. Tramite Bitcoin è possibile inviare monete dall’altra parte del mondo. È possibile utilizzarlo come deposito e l’utilizzatore è l’unico proprietario del conto tramite il proprio indirizzo: Bitcoin rappresenta dunque una vera e propria alternativa alla banca. Si tratta di una tecnologia open source, quindi liberamente accessibile a chiunque e, inoltre, trattandosi di un’operazione di software, non agendo tramite intermediari ed essendo assente la burocrazia, i costi sono minimi, quasi pari allo zero.
Bitcoin funziona tramite i Mining, che ricevono tutte le transazioni e operano un controllo. Nei Bitcoin charts sono mostrati gli Exchangers, che si occupano di ricevere i soldi e di convertirli in Bitcoin. Tutte le transazioni sono inserite nel database, condiviso tra tutti. Tuttavia esiste la possibilità di far perdere la traccia della transazione: per questo i Bitcoin vengono anche definiti anonimi.
Nonostante la tecnologia del Bitcoin sia stata inventata già da qualche anno, da un individuo o gruppo di individui conosciuti con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, si tratta di una tecnologia ancora acerba, che necessita di perfezionamenti e di tempo per essere adeguatamente sviluppata e resa del tutto accessibile.
Allo stesso tempo, è anche una tecnologia che sta conoscendo un’evoluzione tecnologica molto rapida, per cui i dati che possediamo ora tra uno o due mesi potrebbero essere già sorpassati. Si richiede dunque un aggiornamento continuo in materia.
Esistono anche altri software che, in maniera analoga a Bitcoin, si fondano sulla stessa idea di database condiviso e sono anch’essi in via di sviluppo: Bitmessage e Osiris.
Franco Cimatti ha poi evidenziato quelli che possono essere i vantaggi e l’utilità di questo tipo di software per i giornalisti. L’aspetto più interessante è l’assenza di intermediazione, che rende possibile l’invio anche di pochi centesimi per una donazione o per finanziare un progetto. Non esiste infatti una tassa imposta a priori da un terzo. Con i P2P Markets è possibile porre in vendita i propri articoli e le proprie foto, ancora una volta senza la necessità di mediazione e con la possibilità di non essere rintracciati.
In Bittit.it è possibile caricare un articolo incompleto e ricevere donazioni di Bitcoin per la prosecuzione del proprio lavoro. In più è stato messo a punto anche il Bitcoin wallet, installabile sul proprio dispositivo mobile.
Interessante, infine, il parallelo con il caso di WikiLeaks. Il sito era stato di fatto bloccato a causa del blocco dei pagamenti. Con Bitcoin non è possibile bloccare i pagamenti, anche nel caso di progetti all’estero.

Simona Trudu