14.30 – 16.00 Teatro La Sapienza
Presenti in sala Carlo Freccero, autore televisivo e saggista, Monica Maggioni, direttrice di RaiNews24, formata alla Scuola di Giornalismo di Perugia, Nino Rizzo Nervo, presidente CISSFAGR, coordinatore. Assente invece Antonio Socci, per motivi di impegni di lavoro.
Nino Rizzo Nervo presenta il progetto, un format realizzato a partire da una sua idea, ma portato avanti da Carlo Freccero in quattro settimane, in collaborazione con la Scuola di Giornalismo di Perugia.
Vuole essere una provocazione nei confronti del talk show, ultimamente abusato in tv come forma di giornalismo, ma che non può offrire il grado di approfondimento necessario per comprendere delle tematiche complesse come può essere quella riguardante l’Ucraina. Si è partiti dal desiderio di ritrovare nel mondo dell’informazione, il libero arbitrio, proprio oggi che è la giornata mondiale della Libertà di Stampa, e attraverso la libertà, ritrovare la complessità del racconto.
La narrazione si concentra sulla vicenda Ucraina e viene affrontata come analisi non solo delle parti in causa, ma anche del ruolo che hanno avuto i media nelle varie forme nelle quali si esprimono, dal quale si possono comprendere ulteriormente i giochi di forza che si sono venuti a creare in questa nuova forma di guerra fredda.
Sono stati chiamati in causa due esperti: Lucio Caracciolo, autore e grande studioso di geopolitica, e Sergio Romano, uno degli autori più importanti del Corriere della Sera. A queste figure si sono aggiunti due osservatori Giulietto Chiesa, giornalista, e Edward Nicolae Ludwak, economista, politologo, saggista.
Sono state confrontate le modalità di racconto della notizia da parte dei media filoccidentali e filorussi, in uno scontro mediatico in cui ciascuna fazione ha cercato di guidare le opinioni verso la propria direzione.
Si è parlato della differenza tra informazione e propaganda: non sempre è ben definita, ma alla base ci sono obiettivi completamente diversi.
Sono state analizzate la distribuzione delle forze, e le dinamiche economiche molto complesse che coinvolgono soprattutto gli interessi legati al rifornimento di gas da parte della Russia ai paesi europei.
Il confronto si conclude con un paragone di Luttwak che parla di una «Russia, molto più vicina all’occidente di quello che si può pensare, è come una Anna Karenina alla quale Putin vuole far sposare Gengis Khan».
A commento di questo grande lavoro, viene spontaneo riflettere sul ruolo del giornalismo che deve ritrovare la sua funzione critica. Monica Maggioni sottolinea che bisogna ricominciare a «raccontare la realtà», «perché il lavoro di giornalista, è anche quello di nutrirsi di punti di domanda».
Rossana Andreato
@RossanaAndreato