Dario Di Vico è un giornalista del Corriere della Sera. Dal 1977 al 1983, ha lavorato come sindacalista per la UILM di Torino con un incarico nella quinta lega Mirafiori. In quel periodo ha cominciato a occuparsi di giornali creando tra l'altro il periodico Fabbrica/Impresa edito dalla CGIL, CISL e UIl di Torino. Ha iniziato a scrivere di temi sindacali sul quotidiano la Gazzetta del Popolo di Torino e sul settimanale Mondo Economico. Nel 1986 il direttore Giulio Anselmi lo ha assunto al settimanale Il Mondo nel quale è restato per alcuni anni. Dopo una breve esperienza ad Italia Oggi nel 1989 è stato assunto al Corriere della Sera da Ugo Stille. Per il quotidiano di via Solferino si è occupato da Roma e da Milano di economia e politica diventando prima inviato e poi vicedirettore, ruolo che ha ricoperto durante la seconda direzione di Paolo Mieli (dicembre 2004 - aprile 2009). Dopo la partenza di Mieli è tornato a compiti di scrittura. Ha pubblicato due libri: Industrializzazione senza sviluppo (Interconsult), e con Emiliano Fittipaldi Profondo Italia: Cosa rimane nelle nostre tasche e come stiamo cambiando (BUR, 2004). Ha vinto inoltre due premi giornalistici: il Premiolino nel 2005, e il Premio Sodalitas, sempre nello stesso anno.
Dario Di Vico writes for the Italian daily Corriere della Sera, of which he was deputy editor from 2004 to April 2009. He is co-author with Emiliano Fittipaldi of Profondo Italia. Cosa rimane nelle nostre tasche e come stiamo cambiando (2004) and author of Industrializzazione senza sviluppo. He won the 2005 Premiolino and 2005 Sodalitas journalism awards.