Intervengono: Bill Adair, Duke University
Chris Amico, co-fondatore Glass Eye Media
Laura Amico, fondatrice Homicide Watch
Alexios Mantzarlis, condirettore Pagella Politica
Giornalismo strutturato e nuovi modi di sfruttare le potenzialità di internet per presentare dati ed informazioni. Sono questi i temi che si discutono nel panel “Perché la struttura è il futuro del giornalismo”, durante la terza giornata del Festival Internazionale del Giornalismo 2015.
L’incontro si apre con l’intervento di Bill Adair, docente alla Duke University e fondatore del website PolitiFact, insignito del Premio Pulitzer. Adair comincia con una spiegazione del significato di “structured journalism”, un tipo di giornalismo che “andando oltre la vecchia maniera di fare informazione,” consente al giornalista di “riorganizzare, ricombinare” la notizia, presentarla in nuovi modi, avendo un più ricco bagaglio di dati a cui attingere.
Presentando al pubblico un esempio di articolo giornalistico “strutturato”, Adair elenca le principali caratteristiche di questo nuovo tipo di giornalismo: ogni storia ha molteplici campi dati (“data fields”) - non più solo due, rappresentati dal titolo e dal corpo dell’articolo, che di conseguenza costringono il lettore che voglia saperne di più a ricercare le informazioni “alla vecchia maniera”, analizzando l’intero articolo - e ogni informazione può essere ordinata e classificata così da risultare chiara e da saltare subito all’occhio di chi legge. “Come uno scienziato,” continua Adair, il giornalista arriva così “a destrutturare il giornalismo “a livello atomico,” scomponendo ogni notizia nei numerosi, piccoli tasselli che la compongono. Il suo intervento si conclude con la presentazione di due progetti di giornalismo strutturato portati avanti dagli studenti della Duke University: “Rule 46”, che, nato da un’idea di Ryan Hoerger, esplora i modi in cui riportare gli eventi di crimine e cronaca nera attraverso le possibilità del giornalismo strutturato, e “Structured Stories NYC,” progetto di David Caswell che copre notizie relative al governo e alla politica della città di New York.
La parola passa quindi a Laura Amico, fondatrice di Homicide Watch, un sito di giornalismo strutturato che “permette alla comunità di entrare nel cuore di ogni storia di cronaca nera,” fornendo a ciascun lettore gli strumenti per comprendere ogni evento e “condividerli con chi li circonda”. Laura Amico spiega poi il particolare approccio, da lei ideato, al processo sull’attentato alla maratona di Boston (15 Aprile 2013): attraverso una timeline interattiva realizzata sul sito del “The Boston Globe”, il lettore ha la possibilità di “fare avanti indietro per tutto il corso del processo, capendone la concatenazione degli eventi”.
E’ quindi il turno di Chris Amico, co-fondatore di “Glass Eye Media” e responsabile, per il sito “Frontline”, del progetto “Ballot Watch”. Attraverso un database che racchiude informazioni su gli elettori americani e le dinamiche di voto di ciascuno stato del paese, “Ballot Watch” è in grado, in maniera chiara ed efficace, di presentare ai suoi lettori il processo di cambiamento nelle leggi regolative del diritto e delle procedure di voto negli Stati Uniti dal 2010 - anno di fondazione del sito - al 2014. La sfida è ora - con le elezioni presidenziali americane alle porte, nel 2016 - continuare per la strada intrapresa, utilizzando al meglio le possibilità che il il giornalismo strutturato offre, conclude il giornalista.
Ad ultimo è, infine, l’intervento di Alexios Mantzarlis, esempio di come l’eccellenza del giornalismo strutturato non è solo da ricercarsi oltreoceano. Mantzarlis presenta “Pagella Politica,” sito interamente dedicato al fact-checking delle dichiarazioni dei politici italiani, di cui è condirettore. Le dichiarazioni, provenienti da Google, Twitter, Facebook e Youtube, sono ordinate per categorie di argomento. Rintracciando periodicamente la frequenza di ogni argomento nei discorsi, il sito presenta, inoltre, grafici di “trending topics” (scuola, lavoro, Europa, legge elettorale, tasse, PA), a delineare, di volta in volta, la preferenza della classe politica nostrana nel trattare determinati argomenti piuttosto che altri.
Un nuovo tipo di giornalismo, questo di cui sono esempio gli esempi presentati all’incontro, che può rappresentare una sfida per molti. In particolare per coloro che hanno una formazione giornalistica più classica, tradizionale, nota Mantzarlis. Ma anche un giornalismo che offre nuove opportunità, che apre a strade non battute. “Continuare a provare,” a sperimentare, è l’invito di Bill Adair, che conclude l’incontro.
Silvia Maresca