Piano Juncker: Tra Mito E Realtà

Panel: Giorgio Chiarion Casoni, Martina Colombo, Alessio Conforti, modera Roberto Sommella

Un’Europa concreta ed ambiziosa e non solo fiscale ed attenta alle riforme è il messaggio che si è cercato di lanciare all’evento che si è tenuto oggi, Giovedì 7 Aprile alle ore 15.00, davanti al pubblico del suggestivo Teatro della Sapienza. L’incontro, moderato da Roberta Sommella, direttore delle relazioni esterne AGCM, ha visto protagonisti Giorgio Chiarion Casoni, membro della Commissione Europea, Martina Colombo, della Cassa Depositi e Prestiti, ed Alessio Conforti, del gruppo BEI.

“Quando fui nominato vicedirettore di Milano Finanza, proposi subito una rubrica chiamata ‘Qui Bruxelles’.  Era il 2008 e per poco non fui licenziato. Poi, però c’è stato il caso della Lehman Brothers e il mondo è cambiato. E’ cambiato l’approccio che si aveva alla finanza ed anche all’Europa e si è finalmente capito che per dare una risposta a temi così complessi, come la finanza, serviva una risposta comune e questa risposta la potevano dare solo Bruxelles e la Comunità Europea.” Roberto Sommella introduce così il dibattito sul piano Juncker, l’ambizioso progetto che il presidente della Commissione europea ha diffuso in Gennaio.

Il piano finanziario di Bruxelles si propone, infatti, come risposta alla crisi dell’Europa da cui i suoi stati membri faticano a rialzarsi. Sommella lo definisce subito come una realtà più che un mito, per quanto realtà complessa ed ambiziosa, in quanto, come ricorderà dopo Conforti, ha già raggiunto 22 dei 28 stati membri.

Il piano Juncker ambisce a muovere 315 miliardi di euro partendo da una somma di 15 miliardi, attraverso il contributo della BEI (Banca Europea degli Investimenti) e delle istituzioni statali e parastatali che si occupano di investimenti, come la Cassa Depositi e Prestiti, ed opera attraverso il metodo della leva finanziaria. L’idea alla base del piano è quella di stanziare investimenti per infrastrutture ed innovazione e per piccole e medie imprese. Il tratto fondamentale del progetto di Juncker è, infatti, quello di voler aiutare non solo l’economia, ma soprattutto le imprese con idee innovative e allo stesso tempo tecnicamente e bancariamente solide, che solitamente non verrebbero finanziate da altri fondi europei.

Martina Colombo, in qualità di rappresentante della Cassa di Depositi e Prestiti che ha stanziato 8 miliardi per il piano Juncker destinati al sostenimento di progetti Italiani, sottolinea l’attenzione particolare che è stata posta sulle piccole e medie aziende. Queste aziende sono, infatti, quelle che più di tutte dovrebbero beneficiare di questi finanziamenti e l’idea di base è proprio quella di voler permettere ai piccoli produttori di fare investimenti ed espandersi, cosa di solito ostacolata dalle banche e dai loro tassi di interessi elevati.  Il progetto, dunque, viene messo al centro dell’investimento e, nel caso dovessero sorgere dubbi sulla sua validità, si mette a disposizione un polo di eccellenza tecnica capace di rivisitare il progetto e renderlo bancabilmente valido.

Giorgio Chiarion Casoni rivela poi come a partire da Maggio 2016 sarà messo a disposizione un portale di investimenti dove sarà possibile rendere pubblici i propri progetti. In questo modo gli investitori privati potranno venire a conoscenza dei singoli progetti e decidere su quali investire. Punto chiave del piano Juncker è infatti, il coinvolgimento di capitali privati, capaci di limitare lo strapotere delle banche .”Questo piano,” dice Chiarion Casoni, “serve anche a dare un imprinting privato e non solo bancario all’investimento e si ispira al modello innovativo messo in atto dagli Stati Uniti.”

L’Italia è al momento il paese che più sta beneficiando del piano Juncker, con 8 progetti finanziati di grande infrastruttura e 21 accordi stipulati con intermediari finanziari.
Un piano dunque, che diventa sempre più realtà e sempre meno mito.

Ludovica Tronci