19 Aprile 2015 – Alle ore 12 nella sala del Teatro della Sapienza di Perugia si è svolta la presentazione del libro « L’amore che ti meriti » alla presenza dell’autrice Daria Bignardi e del disegnatore e fumettista Gianni Pacinotti, in arte Gipi.
L’amore che ti meriti - edito da Mondadori- è il quarto romanzo di Daria Bignardi che ha pubblicato Non vi lascerò orfani (Mondadori, 2009; 2015), Un karma pesante (Mondadori, 2010), L'acustica perfetta (Mondadori, 2012). Di lunga data l’amicizia della giornalista e conduttrice con il disegnatore Gipi che ha realizzato fra l’altro la sigla animata de “Le invasioni barbariche” (La7), programma della stessa Bignardi.
Nell’atmosfera quasi conviviale del Teatro della Sapienza, l’autrice che è arrivata in compagnia del marito Luca Sofri, direttore del Post, ha iniziato l’incontro con una lettura ad alta voce del primo capitolo del romanzo."Si tratta di un libro a due voci- quelle di Alma e Antonia, madre e figlia- che si svolge su due piani temporali diversi a una distanza di trentatré anni l’uno dall’altro”. "Ambientato nella città natale dell’autrice, in una Ferrara ovattata e « umida », « L’amore che ti meriti » è infatti la storia di una famiglia colpita dal dramma di una scomparsa, quella di Maio, fratello di Alma e della ricerca della verità da parte di Antonia che diventa il motore dell’azione narrativa: “Scrivo sempre lo stesso libro che è la queste medievale dove c’è l’eroe che cerca qualcosa che deve superare un sacco di prove…una di queste prove in questo romanzo è la possibilità di amore.”
“Ai miei allievi della scuola del fumetto” ha riferito Gipi “ho sempre detto che per scrivere una storia si deve saper rispondere a una domanda semplicissima: di cosa parla la storia?” “Semplice” ha risposto la Bignardi “del senso di colpa” e, in particolare, del senso di colpa che si trasmette di generazione in generazione.
“Mi piace raccontare storie in cui tutto cioè che accade tra le generazioni è un po’ legato… una volta, durante una presentazione di questo libro mi è stato chiesto se mi occupassi di psico-genealogia. Per me, è uno spunto narrativo meraviglioso pensare che tutto sia legato, pensare che alcune cose le faccia perché sei obbligato a farle, perché qualcuno della tua famiglia le ha fatto, o perché non ci è riuscito”.
I successivi scambi di battute si sono poi concentrati sui meccanismi stessi del processo di scrittura e sul confronto tra i punti di vista dei due speaker.“Io non leggo mai nulla, ma quando lo faccio è solo roba di scrittori morti. […] Ho enormi problemi con l’idea di trama, l’idea di inventare dei personaggi e di fargli fare qualcosa mi risulta difficile. Con questo romanzo mi è successo di appassionarmi alla trama. Sono molto curioso di conoscere processo: come funziona ?” ha chiesto Gipi all’autrice. “Lo si fa facendolo. Io credo che sia quello dei miei che ha più trama e non a caso è il mio quarto perché è una cosa che si impara. Io credo che abbia molto a che fare con il ritmo: a me piacciono i libri che si fanno leggere che spingono il lettore a voler sapere come andrà a finire. E un ritmo che senti, è una cosa istintiva, istintivamente ti senti un medium, nel senso di un mezzo.”
Se il senso di colpa e la ricerca qualcosa sono quello che spingono i suoi personaggi a muoversi, cosa ha spinto invece Daria verso la scrittura?
“La creatività e il lavoro artistico ha molto a che fare con la sofferenza. Io non credo che esista un artista felice. La cosa che ti fa scavare, che ti fa muovere, è una sorta d’inquietudine. Anche la voglia di condividere quello che scriviamo, quello che disegnamo è legata a tutto questo”.
Fabiana Liguori