Tabula rasa 1992-2012: storia del ventennio breve in cui la sinistra ha perso (e si è persa)
Quando è che la sinistra italiana ha incominciato a perdere? Nel 1993, dopo la vittoria illusoria delle amministrative? Nel 1994, quando va candidamente allo sbaraglio contro Berlusconi con la gioiosa macchina da guerra di Occhetto? Nel 1995, quando si sfascia sul bacio del rospo Dini? Nel 1999 quando il governo Prodi viene abbattuto dal fuoco amico? Nel 2003 quando viene sperperata la vittoria di Cofferati sull'articolo 18? Nel 2006 quando si dimentica dei Pacs? Perde quando rinuncia a risolvere il conflitto di interessi? Perde quando non raccoglie la sfida dei girotondi di Nanni Moretti? Perde in un intero decennio quando si innamora del blairismo? Perde perché inciucia troppo? Oppure perde nel 2008 quando abbatte (di nuovo) Prodi? Quando si divide fra Veltroni e D'Alema? Perde perché al sud si bassolinizza? Perché elegge la Binetti e Calearo? Perché si dimentica della questione morale con Penati e Lusi? Perde perché la sua sinistra radicale è troppo massimalista, o perché il suo centro è troppo inciucista? Oppure perde nel 2011 quando si consegna ai tecnici senza combattere? Forse, a pensarci bene, perde qualcosa di se stessa in tutti questi momenti, lasciandolo appeso ad ognuno di questi punti interrogativi. Ecco perché - forse - questa storia merita di essere raccontata.