L'Italia e il medioevo digitale
Da troppo tempo l'Italia vive in un medioevo digitale che non le consente di sfruttare al meglio le opportunità in termini di crescita economica e culturale offerte dalla Rete. I dati sono disarmanti: quattro famiglie su dieci non possono accedere a Internet, Italia al quart'ultimo posto in Europa per la dotazione di banda larga, velocità di connessione che – dice l'ultimo rapporto di Akamai Technologies – addirittura diminuisce del 4,8% nel terzo trimestre del 2011 rispetto a quello precedente. Ma anche scarsa penetrazione dell'e-commerce, uso insufficiente di servizi online da parte della Pubblica Amministrazione e un contributo sul Pil che – pur significativo – è più che dimezzato rispetto a quello di Paesi come la Gran Bretagna e la Svezia.
Il governo Monti, dopo le tante (troppe) carenze dei governi precedenti, sta cercando di correre ai ripari. E per giugno annuncia il varo del decreto DigItalia, che dovrà azzerare il digital divide entro il 2013, definire la strategia italiana contro gli attacchi informatici e rilanciare il commercio elettronico e le pratiche di e-gov. Ma la cabina di regia deputata alla stesura, tardiva ma indispensabile, dell'Agenda Digitale per l'Italia riuscirà nell'impresa di portare il Paese alla pari con i concorrenti, a partire da quelli europei?