Toxic Europe, The Proxy Platform e In The Name of the State, tre inchieste internazionali che denunciano crimine e corruzione. Attraverso il loro esempio vedremo come il giornalismo d’inchiesta transnazionale possa portare alla luce il crimine e la corruzione.
Il primo esempio, The Proxy Platform ("La piattaforma prestanome"), presentato da Miranda Patrucic, è un’inchiesta pubblicata sul web e redatta dall’Organised Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP). L’inchiesta dimostra che, mentre i governi e i cittadini dell’Est Europa cercavano di sopravvivere nella recente crisi finanziaria, cercando di prendere soldi in prestito dalle istituzioni finanziarie internazionali, miliardi di euro circolavano nella zona attraverso un sistema parallelo e illegale che arricchiva la criminalità organizzata e i politici corrotti. OCCRP ha investigato questa impresa criminale sia in Est Europa che nel resto del mondo, ricostruendo accuratamente la rete attraverso transazioni finanziarie, documenti aziendali e documentazione ottenuta dai tribunali.
Il secondo esempio è In The Name of the State ("In nome dello Stato"), un’inchiesta sottoforma di trilogia scritta, firmata dai giornalisti sloveni Blaz Zgaga e Matej Šurc. La trilogia investiga e denuncia il traffico d’armi avvenuto durante la guerra della Ex-Juguslavia. Gli autori, grazie al Freedom of Information Act sloveno che ha permesso loro di ottenere migliaia di documenti dissecretati, e grazie alla collaborazione di giornalisti in vari paesi, sono riusciti a scoprire che la guerra in Ex-Yuguslavia non è stata voluta da piccoli gruppi armati, ma coordinata da paesi europei, alcuni dei quali attivamente coinvolti nel fornire armi e munizioni alle diverse fazioni in guerra. Decine di navi cariche di armi di contrabbando sono arrivate segretamente nello sloveno porto di Capo d’Istria tra il 1991 e il 1992, dove sono state scaricate e velocemente spedite ai campi di battaglia della Croazia e Bosnia Herzegovina. Dall’inchiesta emerge inoltre un coinvolgimento in operazioni clandestine dei servizi segreti militari e civili, tanto quanto un coinvolgimento delle mafie italiane, albanesi e russe. Blaz Zgaga ha infatti ricevuto minacce di morte per il suo lavoro, ma non ha intenzione di rinunciare alla sua inchiesta.
Il terzo esempio, Toxic Europe ("Europa tossica"), è un documentario prodotto da FLARE Network, Novaya Gazeta, Associazione Ilaria Alpi, Associazione di Giornalismo Investigativo e Daily Blog che ha vinto il Premio Best International Organised Crime Report 2011 al Festival Ilaria Alpi. I tre autori, Cecilia Anesi, Giulio Rubino e Delphine Reuter, investigano il traffico di rifiuti in Europa. Partendo dai trafficanti (appartenenti a Camorra, 'Ndrangheta e Cosa Nostra) che fanno “sparire” a basso costo i rifiuti, Toxic Europe ricostruisce la rete del traffico di rifiuti passando per i broker e arrivando alle aziende coinvolte. L’inchiesta disegna il network che esiste tra Italia, Lussemburgo e Romania, mettendo in luce le connessioni internazionali tra aziende ed imprenditori che, operando in una zona grigia, stanno sempre più crescendo d’importanza nel settore della gestione rifiuti in Romania.