Nell'era dei big data i giornalisti si confrontano con opportunità e sfide. Questo è vero in particlare nelle crisi umanitarie, quando le vite delle persone sono in pericolo e sono perciò richieste comunicazioni veloci, accurate e reattive, in modo che il pubblico sia informato correttamente e possa agire di conseguenza. Anche se i social media hanno il potenziale per colmare il gap di comunicazione, e gli organi di stampa possono possono beneficiare del crowdsourcing, c'è bisogno di identificare il nuovo ruolo e le responsabilità del giornalista nel trattare i big data durante le emergenze. Cosa possiamo imparare da calamità del passato come l'Uragano Sandy? Quali sono le cose da fare e quali quelle da evitare quando si coprono eventi in cui sono a rischio vite umane? I giornalisti come dovrebbero monitorare, verificare e curare i social media come Twitter e YouTube? Come dovrebbero collaborare giornalisti e altri attori sociali - ad esempio i membri delle organizzazioni umanitarie - quando accadono eventi inaspettati?
Ci focalizzeremo su alcune delle migliori strategie per i social media e la visualizzazione dati adottati dai principali organi di stampa, e discuteremo di come le persone coinvolte potrebbero o dovrebbero collaborare quando nasce un'emergenza.
Organizzato in collaborazione con European Journalism Centre e Open Knowledge Foundation