L'advocacy journalism è ormai un genere a sé che adotta in maniera trasparente un punto di vista di parte, sebbene basato sui fatti, per scopi sociali.
Organizzazioni e testate giornalistiche assumono giornalisti per produrre lavori di qualità di videogiornalismo su argomenti trascurati dal giornalismo tradizionale, probabilmente colmando un vuoto, sicuramente fornendo un'alternativa e posizionandosi nel panorama dei media come voci autorevoli.
Ciò può contribuire ad assottigliare la linea di confine tra il lavoro dei giornalisti e quello di altri soggetti, creando opportunità per nuovi tipi di collaborazione, anche attraverso forme diverse, eventualmente delineando nuove linee etiche.
Il giornalismo odierno si confronta sempre più con dati, fact-checking, visualizzazioni. I giornalisti sono in grado di compiere la loro missione, contemporaneamente fornendo argomentazioni basate sui fatti, per un giornalismo di parte? E quali sono i rischi, quando la faziosità è intenzionale?
Organizzato in collaborazione con CILD