La vicenda dei 43 studenti di Ayotzinapa, uccisi, fatti a pezzi e bruciati in una fossa comune secondo la ricostruzione ufficiale, di fatto desaparecidos, ha scosso l'opinione pubblica e ha attirato l’attenzione del mondo sul Messico, che si conferma uno dei paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti.
Dove i diritti umani sono sistematicamente violati nella più totale impunità, dove il narcotraffico spadroneggia e la corruzione dilaga, dove terrore e sparizioni forzate si dimostrano efficaci strumenti per la repressione del dissenso e delle lotte sociali, i giornalisti che non cedono alle intimidazioni e non si arrendono all'autocensura rischiano ogni giorno la vita.