La mal chiamata "crisi dei rifugiati" è stata una delle storie più seguite e raccontate dalla stampa internazionale. Ma la quantità corrisponde a una reale capacità di rompere il muro dell'assuefazione? Come continuare a coprire questa storia e questo tipo di storie, in un contesto mediatico in cui si tende a replicare i contenuti aumentando il rischio di rifiuto da overload informativo (un rischio che vale per la crisi dei rifugiati ma anche per la copertura del fenomeno Trump)?
Il panel cerca di rispondere a queste domande riflettendo sul ruolo dell’empatia nella produzione giornalistica contemporanea, anche tenendo conto delle possibilità aperte dalle nuove tecnologie (video 360, VR...). Empatia nel selezionare le storie, nel raccontarle e anche nel trattare le persone che ne sono protagoniste.