La consapevolezza dei rischi legati agli strumenti di lavoro digitali è cresciuta di uguale grado alla frequenza, e spesso all'entusiasmo, con cui la tecnologia è entrata nel vivere quotidiano del giornalista? E, di pari passo, è stata spostata verso l'alto l'asticella della capacità di "autodifesa digitale" del giornalista?

Partendo da questa domanda ci si pone l'obiettivo di conoscere la situazione italiana tramite una ricerca con interviste anonime ai giornalisti, affiancata da un'indagine sui livelli minimi di sicurezza adottati dagli editori dei principali quotidiani nazionali sui loro servizi web ed email. Prima di oggi non è stato mai fatto uno studio di questo tipo né in Italia né in altri paesi.

La prima analisi esplorativa è stata illustrata lo scorso novembre a Roma, in Campidoglio, in occasione di Eprivacy 2016 (Privacy ed antiterrorismo). La ricerca prosegue in questi giorni. L'edizione 2017 del Festival Internazionale di Perugia sarebbe la cornice ideale per presentare i risultati sul livello di consapevolezza e di capacità di autodifesa di chi fa informazione, restituendo istantanee del giornalismo italiano.