Il problema degli interessi che influenzano la copertura delle notizie - cosa viene segnalato e come - è antichissimo. È stato il piccolo segreto sporco del giornalismo per molto tempo. Ma con il crollo dei tradizionali modelli economici dei media, la pressione di inserzionisti e proprietari di aziende è aumentata drammaticamente negli ultimi anni.

OpenDemocracy ha raccontato storie importanti che mostrano come le pressioni commerciali influenzano le decisioni editoriali. Nel maggio 2018 abbiamo rivelato che l'Evening Standard di Londra aveva stipulato un accordo segreto da 3 milioni di sterline con sei società commerciali di primo piano, tra cui Google e Uber, promettendo loro notizie positive e "favorevoli". Abbiamo anche pubblicato l'esplosiva dimissione di Peter Oborne dal Daily Telegraph nel Regno Unito, in cui si sosteneva che il giornale aveva soppresso le indagini sul colosso bancario HSBC, un importante inserzionista del Telegraph, e si era "addolcito" su altri importanti inserzionisti. Le nostre storie hanno provocato altre accuse simili di interferenza editoriale.

Ma la maggior parte dei giornalisti che lavorano non ha voluto esporsi pubblicamente, per ovvi motivi. Ecco perché abbiamo collaborato con Index on Censorship, Federazione Europea dei Giornalisti, Reporter Senza Frontiere e King's College per lanciare OpenMedia: un progetto per denunciare gli abusi del potere commerciale che vengono sottovalutati, e far emergere quei casi in cui i confini tra i contenuti sponsorizzati o a pagamento sono stati mascherati attraverso il giornalismo. Abbiamo censito in modo confidenziale centinaia di giornalisti che lavorano in 47 paesi europei per analizzare come le pressioni finanziarie modellano i media.

Organizzato in associazione con OpenDemocracy.

Foto