Sono passati più di due anni da quando la giornalista Daphne Caruana Galizia è stata uccisa a Malta da un’autobomba. Da allora, tra ritardi e omissioni nelle indagini, abbiamo assistito all’arresto di uomini d’affari e capi di gabinetto, alle dimissioni del primo ministro Joseph Muscat e del capo della polizia Lawrence Cutajar. A scandire queste tappe, inoltre, sono state le proteste dei cittadini maltesi contro un potere sempre più compromesso e corrotto, l’eredità giornalistica di Caruana Galizia accolta dai colleghi, dai suoi stessi figli, l’attenzione della comunità internazionale.
L’omicidio efferato di Daphne Caruana Galizia non è finito sotto silenzio, ma ha anzi innescato una fondamentale battaglia per la democrazia e la giustizia, che esula dai confini dell’isola maltese e interroga i rapporti tra stampa e potere, i fondamenti dello Stato di diritto. Qual è oggi la situazione a Malta? C’è speranza di arrivare a una verità processuale che riveli ogni trama dell’intreccio tra mandanti ed esecutori?