18 ottobre 2018, Mosca. Il giorno dopo un convegno organizzato nella capitale russa da Confindustria, che ha visto la partecipazione del leader della Lega Matteo Salvini, all’Hotel Metropol si tiene un altro incontro, ben più ufficioso. Tra i partecipanti alcuni uomini russi vicini al Cremlini e Giovanni Savoini, ex portavoce di Salvini e uomo di collegamento con la Russia. Al centro dell’incontro una trattativa per una compravendita di gasolio attraverso cui finanziare occultamente la Lega.
È questo lo scoop di due giornalisti dell’Espresso, Stefano Vergine e Giovanni Tizian, che nel febbraio 2019 raggiunge ben presto la stampa internazionale - Mother Jones, Guardian, Spiegel Online, tra gli altri. Scoop che a luglio viene rilanciato da Alberto Nardelli su BuzzFeed, con la pubblicazione dell’audio dell’incontro, e che ancora una volta mette in luce di fronte al mondo intero opacità e contraddizioni dei cosiddetti “sovranisti” del Carroccio. Il vicepremier Salvini, nel corso dei mesi, ha oscillato tra reticenze, omissioni o falsità circa quella riunione, così come sui suoi incontri fuori dall’agenda ufficiale con Dimtry Kozak, vicepremier russo con delega all’Energia. Mentre in Italia c’è stata una certa lentezza a comprendere da subito la portata del Caso Savoini (spesso chiamato “Russiagate”), nonostante lo scoop dell’Espresso sia caduto durante la campagna elettorale per le elezioni europee, e nonostante la procura di Milano abbia aperto un’indagine sulla trattativa del Metropol.
Con i giornalisti autori dello scoop vedremo come è stata costruita l’inchiesta e perché è così importante che i personaggi coinvolti rispondano all’opinione pubblica.