Il carcere e i diritti umani, gli abusi, la solidarietà, la violenza, la strada, la zona grigia di certi quartieri, l'ineluttabilità di certi destini, la vita criminale, il pentimento, il non pentimento, la maternità, l'esempio (nel bene e nel male), l'amore e la lontananza, la rabbia, il riscatto, la solitudine, la malinconia, le crisi di astinenza. Raccontare la vita dietro le sbarre in maniera immersiva, trascorrendo giornate intere con le detenute: è l’esperimento fatto dalla giornalista Amalia De Simone (con la collaborazione di Simona Petricciuolo) e la cantautrice Assia Fiorillo diventato il documentario di impronta giornalistica Caine (rai 3 e raiplay). La reporter e l’artista sono diventate testimoni di percorsi che quasi nessuno vuole vedere. Ma quello spaccato di galera racconta anche del mondo di chi sta fuori, la consapevolezza che l'errore può capitare a tutti e che non è indifferente nascere e crescere in determinati contesti o avere un vissuto declinato sul dolore o sulla rabbia. Caine è la consapevolezza che il Caino della Bibbia ma anche quello di Saramago, non nasce così: Caino si diventa, Caino è il prodotto di un contesto e di una esistenza. E allora il documentario è anche un modo per abbattere un muro che qualche volta ci fa pensare di essere i giusti e vedere chi sta dietro le sbarre solo come i reietti. Invece mischiarsi le vite aiuta a capire, aiuta a leggere meglio la storia di cui siamo tutti costruttori.
Racconteremo l’esperienza con cui è stata realizzato Caine, le storie delle detenute, i problemi, le esigenze, il carcere punitivo e quello teso alla riabilitazione sociale; le rivolte durante il lockdown, cominciate proprio a Fuorni e i pestaggi di Santa Maria Capuavetere...