In Italia non possiamo non dirci retroscenisti? La cronaca politica sembra non poter fare a meno del "retroscena", quel genere fatto di indiscrezioni, voci di corridoio, perenni interpretazioni e ipotesi. Questo stile da esperti, attorno cui poi si radunano commentatori e opinionisti, svolge davvero un servizio per il pubblico, aiuta a capire cosa si muove nei palazzi del Potere, tra stanze e corridoi? O è più simile a un gioco da condurre conoscendo le regole, e che finisce per essere autoreferenziale?

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