La rivolta siriana del 2011 (e il successivo conflitto) ha segnato un punto di rottura fondamentale nel panorama mediatico del paese. Il crollo dell'autorità del regime siriano in gran parte del paese ha coinciso al crollo della sua morsa sulla sfera pubblica. Negli anni successivi al 2011, una vasta moltitudine di nuovi media e iniziative giornalistiche è fiorita in Siria e si è poi estesa nei paesi vicini. La crescita del settore ha raggiunto il suo apice nel 2014-15, con più di 90 nuove testate tra radio, giornali, riviste e agenzie di stampa online. Dopo l'esplosione iniziale di creatività, c'è stato un processo di consolidamento, istituzionalizzazione e professionalizzazione.

Oggi l'emergente panorama dei media siriani rivendica un certo numero di realtà ben consolidate (seppur meno numerose) come Enab Balad o Arta FM, o un certo numero di istituzioni parallele, come il tentativo di autoregolamentazione attraverso la Carta etica, ed è in grado di offrire un giornalismo di alta qualità per i siriani all'interno e all'esterno del paese, nonché per un pubblico internazionale. Lo sviluppo di una gamma così eterogenea e diversificata di media ha permesso a una moltitudine di voci, discorsi e temi di uscire allo scoperto: tra questi, l'ascesa del giornalismo curdo, i dibattiti sul genere, sull'ambiente, sul settarismo e sull'autoritarismo nel paese.

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