QUALE FUTURO PER I BRAND MAINSTREAM D’INFORMAZIONE?

Perugia, 18 Aprile 2015 – Il Teatro della Sapienza ha ospitato quest'oggi alle ore 10 il panel discussion in lingua inglese “What next for mainstream news brands?”.

Per l'occasione sono intervenuti Alison Grow, del Trinity Mirror Regionals, Raju Narisetti, senior vice president News Crop, Aron Pilhofer, del The Guardian, Vivian Schiller, executive committee chiar Vocativ, e Margaret Sullivan, public editor de The New York Times.

I relatori hanno discusso sulle dinamiche con coi l'innovazione digitale ha influenzato e continua ad influenzare i mainstream media, ponendoli di fronte a nuovi competitori.

Con il nuovo peso assunto dai lettori grazie ai social media, le testate giornalistiche tradizionali sono portate inevitabilmente a rinnovare il proprio legame con le piattaforme digitali e la rete, ponendole fra i punti chiave della mission intrapresa dal proprio brand.

Le redazioni stanno subendo una vera e propria metamorfosi, la pubblicità assume sempre più le redini del mercato editoriale, alle tradizionali figure professionali se ne aggiungono nuove altre.

In vista di tali processi, ci si chiede quale sarà il futuro delle più importanti testate d'informazione internazionale, ma anche di quelle regionali e locali.

Nel corso della discussione è emerso come la vera sfida, per tali redazioni, riguardi in realtà l'aspetto commerciale: la redazione si trasforma in un'azienda di media digitale, per la quale si sente la necessita, tra l'altro, di attuare l'analisi dei dati relativi alle tipologie dei lettori, alle letture di articoli e alla visualizzazione dei contenuti multimediali offerti dai web delle testate giornalistiche.

Percentuali che tuttavia potrebbero influenzare i giornalisti stessi, e che per tal motivo spesso non vengono resi fruibili.
Sarebbe opportuno, piuttosto, la comparazione di tali dati fra i vari organi di informazione, al fine di strutturare un'analisi statistica generale delle tendenze e delle preferenze dei lettori digitali.

Nel corso dell'incontro si è inoltre posta in analisi la situazione delle emittenti pubbliche televisive (ad esempio la BBC) e di quelle radiofoniche di fronte al mutato panorama dell'informazione giornalistica.
Si è giunti alla conclusione che la cooperazione fra i vari organi d'informazione sia considerata, in ogni caso, come la migliore soluzione per garantire la sopravvivenza dei tradizionali media ed, anzi, potenziarli.
Stesso discorso per quanto riguarda il rapporto fra mainstream brand e social network (con particolare riferimento a Facebook); quest'ultimi possono essere sfruttati come modello di business, come strumento commerciale volto a facilitare l'accesso e l'interazione con il sito ufficiale della testata giornalistica.

A chiusura dell'incontro e alla luce di quanto discusso, si è voluto sottolineare come, in ogni caso, l'attendibilità della notizia sia da considerarsi molto più importante della velocità con cui essa viene fornita.

FRANCESCA MASCIOLI