Quella notte sono io

“Volevo scrivere un romanzo sul senso di responsabilità perchè bisogna imparare a dare peso alle nostre parole”. Dal senso di responsabilità al bullismo il passo è breve per Giovanni Floris, noto conduttore di La7, che ha presentato il suo ultimo libro, “Quella notte sono io” nell’omonimo incontro tenutosi questa mattina alla Sala dei Notari nell’ambito dell’International Journalism Festival.
Davanti ad una folta platea composta da studenti delle scuole, l’autore ha espresso la sua opinione sul tema: “Non ero un bullo ma questo non basta a non definirmi tale perchè nel bullismo ci sono atti evidenti e altri più impliciti. C’è bullismo, in età adolescenziale, quando il più debole viene escluso da un gruppo, quando non si viene invitati ad un festa…Il bullo non è il male, è un tic mentale dell’uomo che aspira ad essere meglio degli altri. Una mentalità da combattere”.
L’incontro, con la presenza anche di Federico Taddia di Radio 24 e di Pierluigi Pardo di Sport Mediaset, è stato aperto dalla proiezione del videoclip “Papa Don’t Peach” di Madonna che ha riportato la mente negli anni Ottanta, periodo in cui è ambientato temporalmente il romanzo. “Un’epoca in bianco e nero - l’ha definita Taddia - dove i muri delle scuole erano le nostre bacheche”.
Pardo ha descritto il libro come “ruvido e attraente, fa capire che ogni azione che sembra banale nascondi in realtà la sua forza emotiva anche tramite una confusione inquietante tra i ruoli”. La nostra società - ha proseguito il giornalista sportivo - nasconde forme di soft-bullismo dovute all’ambizione e alla competizione che portano all’esclusione del nemico. Ciò accade nello sport, a partire dagli spogliatoi, ma anche nella vita di tutti i giorni: la forma più terribile di bullismo, per esempio, è l’accusa di portare sfiga”.
Il bullismo attraversa anche la politica e i talk show, cornice mediatica in cui Floris è da sempre protagonista: “La colpa spesso è degli elettori che danno fiducia a chi urla, a chi fa false promesse. Nei nostri talk-show, per, il politico “bullo” non paga molto in termini di audience, il pubblico predilige gli approfondimenti degli esperti”.

Luigi Lupo